Sì perché nel frattempo sembra che il ministro Maroni si sia deciso a imitare la Francia: trovare cioè il modo di espellere anche quegli immigrati scomodi ma che non possono essere sfrattati tanto facilmente. I comunitari, nella fattispecie soprattutto romeni e bulgari. “Ci vuole un inasprimento normativo”, perché i clandestini non arrivano solo dal mare ma soprattutto via terra.
Ma quello che non tutti sanno è che, con le norme vigenti, è pressoché impossibile venire e rimanere nel nostro Paese legalmente: il decreto flussi non è stato infatti approvato. Nessuna speranza, quindi per i lavoratori subordinati. Nell’ultimo c’è spazio solo per i lavoratori stagionali, per chi viene in Italia cioè solo qualche mese e per raccogliere ortaggi. Poi c’è la regolarizzazione di colf e badanti. Punto. E gli operai, i camerieri?
Senza contare i danni provocati dai tempi (mostruosi) che servono in Italia per rinnovare il permesso di soggiorno. La legge (Bossi-Fini) prevede 20 giorni, in realtà ci vogliono mesi e mesi, tanto che spesso agli immigrati vengono consegnati permessi già scaduti. Che li espongono quindi al rischio di perdere il lavoro perchè sprovvisti di visto in regola.
Questo La Russa e Maroni lo sanno. Gli elettori molto meno e ora che ci sono le elezioni in vista può sempre tornare comodo puntare sulla sicurezza e sull’inasprimento delle norme sull’immigrazione.