
Federico Bernini – LaPresse
20 09 2015
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ROMA – La legge che riforma l’uso delle intercettazioni nelle indagini e la loro pubblicazione sui giornali รจ in discussione alla Camera. A questo link, che porta sul sito della Camera dei Deputati, potete vedere tutti gli emendamenti al disegno di legge in discussione. Un disegno di riforma che segue un percorso autonomo rispetto a quella complessiva della giustizia (vedi i “12 punti”) .
Il premier Matteo Renzi vorrebbe vederlo approvato entro la fine del 2015. Ma la strada del ddl รจ stata finora faticosa, come aveva spiegato Francesco Grignetti su La Stampa ย (ed eravamo ancora al 29 marzo). Menomale per i giornalisti, che rischiano di finire in carcere se passasse con la riforma laย proposta avanzata dal magistrato Nicola Gratteri, che prevede sanzioni molto dure contro chi pubblica “arbitrariamente” intercettazioni “diffamatorie” e “non penalmente rilevanti”:
ร sempre la riforma delle intercettazioni, che Renzi vuole vedere entro il 2015, a far discutere. Il ministro Andrea Orlando giunge a Reggio Calabria per il congresso di Magistratura democratica e ripete: ยซLa rivisitazione delle intercettazioni era giร inserita nei dodici punti della riforma della giustizia e poi nel disegno di legge che ora si trova alla Cameraยป. Lรฌ, per lโappunto, ยซcโรจ una delega per limitare la diffusione delle intercettazioni quando non abbiano rilevanza penaleยป.
La riforma era stata annunciata a giugno, poi raccontata ad agosto, e presentata in Parlamento qualche mese fa. Un processo laborioso. Nel ddl sono previste due deleghe, ovvero due riforme da affidare al governo. La prima, sullโuso delle intercettazioni stesse (da estendere) nei reati contro la Pubblica amministrazione. La seconda, sulla loro pubblicabilitร : quando e come. Unโipotesi allo studio รจ il cosiddetto ยซarchivio segretoยป che custodisce le bobine; se uscisse qualcosa troppo presto si saprebbe chi รจ il colpevole. Resta il nodo di che cosa i magistrati stessi inseriscono nelle ordinanze: tutto quello che รจ lรฌ, รจ automaticamente pubblicabile.
Il Corriere della Sera, perรฒ, ieri ha raccontato che allโesame di Renzi cโรจ una proposta alternativa, giunta dalla commissione affidata al procuratore antimafia di Reggio Calabria, Nicola Gratteri. Ebbene, la commissione Gratteri (il cui presidente, ricordiamo, รจ stato in predicato di diventare ministro della Giustizia) da quanto si sa ha depositato a gennaio un articolato di 150 punti che svariano dalle norme penali, al processuale, al penitenziario.
Tra gli altri cโรจ un nuovo reato, la ยซpubblicazione arbitraria di intercettazioniยป, attagliato esclusivamente ai giornalisti. Si sanzionerebbe chi pubblica i testi di intercettazioni ยซacquisite agli atti di un procedimento penaleยป, ma il cui contenuto ยซabbia portata diffamatoria e risulti manifestamente irrilevante ai fini di provaยป. Si prevede una sanzione da 2000 a 10.000 euro, o la detenzione da due a sei anni.
Quel carcere per i giornalisti, che faticosamente il Parlamento sta cancellando dal reato di diffamazione, insomma, torna a bomba. Per di piรน si andrebbe a colpire con il carcere non chi esercita una diffamazione in virtรน del suo ruolo, ma chi pubblica atti di unโinchiesta che siano stati portati a conoscenza delle parti, sia pure ritenuti irrilevanti penalmente dal magistrato. Una proposta che va in controtendenza con il senso di marcia del governo. E perciรฒ difficilmente avrร il via libera. Come probabilmente lโintero lavoro: non una riforma organica, ma una sorta di menรน da cui il governo pesca di volta in volta.
Sembra essere farina del sacco di Gratteri, ad esempio, la norma che ha innalzato la pena minima della corruzione a 6 anni, cosรฌ limitando moltissimo il ricorso alla sospensione condizionale della pena. Il ministro Orlando รจ esplicito: ยซLa Commissione Gratteri ha fornito un importante contributo. Chiaramente non tutti i punti diventeranno testo di leggeยป. Non proprio quello che si aspettava il procuratore, che pensava di portare la ยซsua riforma in Parlamento, quasi da ministro-ombra. Che ora rischia di restare nellโombra.