Nessun altro slittamento sul ‘legittimo impedimento’: se anche uno dei quindici giudici della Corte Costituzionale dovesse mancare il prossimo 11 gennaio (giorno in cui è stata posticipata l’udienza fissata originariamente per il 14 dicembre), non ci saranno rinvii ulteriori. Sarebbe questo – secondo quanto si è appreso in ambienti di Palazzo della Consulta – l’orientamento del neo eletto presidente della Corte Costituzionale, Ugo De Siervo, dopo le notizie circolate la scorsa settimana sulla possibile assenza, per problemi di salute, di uno dei 15 giudici del collegio, Maria Rita Saulle.
De Siervo non avrebbe gradito le notizie apparse su alcuni quotidiani relative non solo a un ipotizzato nuovo rinvio ma anche al possibile orientamento della Corte sulla legge che almeno fino all’ottobre 2011 mette al riparo il premier Berlusconi dalla ripresa dei tre processi a suo carico (Mills, Mediaset e Mediatrade). Nei giorni scorsi, infatti, un quotidiano aveva ipotizzato che il giudice relatore della causa sul ‘legittimo impedimento’, Sabino Cassese, sarebbe stato favorevole ad una soluzione di compromesso, vale a dire una sentenza ”interpretativa di rigetto” per respingere i tre ricorsi di Milano solo a condizione che a decidere sulla sussistenza o meno del legittimo impedimento sia il giudice, con una valutazione caso per caso.
A Palazzo della Consulta fanno notare che al momento non c’è una soluzione preminente (anzi, c’è chi pensa che questa ipotesi di compromesso sia circolata con lo scopo di ‘bruciarla’) e che tutte le opzioni restano sul tappeto: bocciatura in ‘toto’ del ‘legittimo impedimento’ perché da ritenersi un’immunità da attuare con norma costituzionale; rigetto dei tre ricorsi dei giudici di Milano attraverso una dichiarazione di inammissibilità o di infondatezza; illegittimità parziale della norma. De Siervo avrebbe richiamato tutti i giudici alla riservatezza. Tanto che il giudice relatore Cassese ha fatto avere oggi, in busta chiusa e con la massima cautela, a ciascuno dei giudici un plico di una ventina di pagine contenente schede riassuntive di oltre 3mila pagine di ricerca in 8 volumi, evitando di mettere nero su bianco alcuna proposta di soluzione definita.
Di fatto – secondo quanto si è appreso in ambienti della Consulta – i ‘nodi’ che i giudici della Consulta si troveranno a dover sciogliere riguardano il rischio che la norma rappresenti un’immunità e non la semplice integrazione di un istituto processuale già esistente; il sospetto di indeterminatezza e di automatismo del ‘legittimo impedimento’. La decisione dei giudici arriverà forse già nella camera di consiglio dell’11 gennaio pomeriggio, dopo aver ascoltato in udienza pubblica i legali dell’imputato Berlusconi e l’avvocato dello Stato in difesa della presidenza del Consiglio.