Il primo dei procedimenti penali a carico di Silvio Berlusconi a ripartire, dopo la ‘bocciatura’ parziale della legge sul legittimo impedimento da parte della Consulta, dovrebbe essere il ‘caso Mediatrade’, in fase di udienza preliminare, nel quale il premier è accusato di appropriazione indebita e frode fiscale e assieme a lui sono imputati il figlio Pier Silvio e il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri. L’udienza, infatti, potrebbe essere già fissata tra fine febbraio e marzo, mentre più tempo probabilmente ci vorrà per la ripresa degli altri due processi milanesi a carico del presidente del Consiglio, per via del probabile ‘cambio’ di alcuni giudici passati nel frattempo ad altri incarichi.
Anche il gup Marina Zelante, che lo scorso 24 giugno aveva trasmesso gli atti dell’inchiesta Mediatrade-Rti alla Consulta per la valutazione della costituzionalità del legittimo impedimento, sospendendo così il procedimento, è stata trasferita ad una sezione del Tribunale, ma il suo posto è stato già assegnato a un altro gup, Maria Vicidomini. Dunque, dopo la pubblicazione delle motivazioni della sentenza della Corte Costituzionale e la ritrasmissione degli atti a Milano, per cui ci vorrà circa un mese, l’udienza potrebbe essere fissata per i giorni successivi. Il premier nel procedimento, che è uno ‘stralcio’ dell’inchiesta sui diritti tv Mediaset, risponde di presunte irregolarità nella compravendita dei diritti televisivi per creare fondi neri: gli viene contestata una frode fiscale da 8 milioni di euro fino al novembre del 2009, e una appropriazione indebita per 34 milioni di dollari, che sarebbe stata consumata tra Milano e Dublino dall’8 febbraio 2003 al 30 novembre 2005.
Potrebbe invece ripartire ‘da zero’ il processo sulle presunte irregolarità nella compravendita dei diritti televisivi da parte di Mediaset, nel quale il premier è imputato per frode fiscale, assieme ad altre 11 persone, tra cui Confalonieri. Prima della sospensione, avvenuta lo scorso 19 aprile, infatti, si era già entrati nella fase delle prove testimoniali. Il giudice della prima sezione penale Edoardo D’Avossa, però, già trasferito al Tribunale di La Spezia, aveva ottenuto un’ applicazione temporanea a Milano proprio per cominciare il processo. Ora potrebbe avere una proroga per andare avanti, oppure essere sostituito come gli altri due giudici ‘a latere’ che sono passati ad altri uffici. Sul processo ‘pesa’ anche la questione della possibile prescrizione dei reati, anche se è difficile pure per gli addetti ai lavori fare calcoli precisi al momento, date le numerose sospensioni che lo hanno caratterizzato.
La prescrizione del reato di corruzione in atti giudiziari contestato a Silvio Berlusconi nel ‘caso Mills’, invece, dovrebbe arrivare tra circa un anno. Il premier in questo caso è imputato davanti ai giudici della decima sezione penale, in concorso con l’avvocato inglese David Mills, che nel frattempo è stato già condannato a quattro anni e sei mesi in primo e secondo grado, ma per il quale la Cassazione ha dichiarato la prescrizione del reato. Anche il presidente di questo collegio, Francesca Vitale, è passata ad altro incarico in Corte d’Appello. Il magistrato potrebbe chiedere alla presidenza del Tribunale una proroga di funzioni per completare il processo, oppure essere sostituita, e il suo posto quindi verrebbe preso da un altro componente del collegio, Antonella Lai.