Una raccolta di lettere inedite del poeta e drammaturgo Thomas Stearns Eliot (1888-1965), Premio Nobel della Letteratura 1948, rivela le sue forti e continue preoccupazioni per la moglie malata, smentendo così la famigerata fama di marito crudele e insensibile alla sorte della donna, poi ricoverata in una clinica psichiatrica fino alla morte.
Il carteggio rivela anche che Eliot coltivò l’idea del suicidio per le disperate condizioni della moglie. Le lettere mostrano il poeta sempre più cosciente della gravità dei problemi di salute mentale di Vivienne Haigh-Wood, un’aristocratica ballerina che sposò a Londra nel 1915, all’età di 26 anni. In una delle missive, indirizzata allo scrittore e critico John Middleton Murry, Eliot racconta, ad esempio, con toni altamente drammatici che la moglie era stata talmente male per tre giorni consecutivi che la donna aveva avuto la sensazione che la mente avesse abbandonato il corpo.
I documenti inediti sono pubblicati nel volume “The Letters of TS Eliot 1923- 25”, curato dal professor John Haffenden ed edito da Faber and Faber, da poco giunto nelle librerie britanniche. Haffenden è uno degli studiosi che per conto dell’Estate of T. S. Eliot (ovvero la fondazione che gestisce l’eredità dello scrittore), della Faber and Faber e dell’Institute of English Studies dell’Università di Londra dirige il T. S. Eliot Research Project per la pubblicazione dell’edizione critica di tutte le opere e i carteggi dell’autore di “Assassinio nella cattedrale”. Il volume esce con la collaborazione di Valerie Fletcher, 83 anni, seconda moglie di Eliot.