ROMA, 16 MAR – Una settimana al piu' e sulle commissioni, azzerate da un emendamento al decreto legge liberalizzazioni, le banche potrebbero spuntarla ottenendo il ripristino del tetto dello 0,5% previsto dal 'Salva-Italia'. Governo e Parlamento sono infatti a lavoro ed e' probabile che, a causa dei tempi stretti, Palazzo Chigi vari un ulteriore decreto legge. E, almeno al momento, sembra tramontare l'ipotesi di un provvedimento che proroghi solamente l'entrata in vigore delle misure, lasciando cosi' del tempo alle Camere per intervenire, e farsi avanti quella di un testo correttivo.
''Ci vuole un atto di legge. O si fa ricorso – spiega infatti il sottosegretario all'Economia Gianfranco Polillo – a un emendamento a un altro decreto, ma poi c'e' il problema di sincronizzare l'approvazione con il decreto liberalizzazioni, oppure si fa un decreto ad hoc''. Si', perche' le misure sulla concorrenza vanno approvate entro il 24 marzo, pena la loro decadenza, ed e' ormai certo che non saranno ulteriormente modificate alla camera. Le commissioni competenti hanno dato il loro ok al testo senza modifiche, accogliendo l'appello del premier Mario Monti. E durante l'esame dell'Aula di Montecitorio che inizia lunedi' prossimo, sembra ormai scontato l'arrivo di una nuova richiesta di fiducia da parte dell'Esecutivo.
La correzione quindi va fatta prima che entri in vigore il decreto legge e dunque la strada di un emendamento, che entra in vigore solo dopo l'approvazione del Parlamento dell'intero provvedimento, non rappresenterebbe una soluzione. Ma dato che nessuno, ne' il governo ne' i partiti, ambiscono ad assumersi il ruolo di amici delle banche in un momento in cui si chiedono sacrifici ai cittadini, nei Palazzi si continua a giocare a quello che molti definiscono il classico 'gioco del cerino'.
Intervenendo davanti le commissioni della Camera, il premier Monti ha infatti aperto a possibili modifiche lasciando intendere pero' di preferire che sia il Parlamento a compiere il primo passo. E un segnale sarebbe costituito, secondo quanto riferiscono diversi parlamentari, da un ordine del giorno al dl sulla concorrenza nel quale la maggioranza invita Palazzo Chigi a intervenire. A quel punto scatterebbe il decreto legge del governo.
