ROMA – Dopo l’annuncio del decreto sulle liberalizzazioni del governo Monti le categorie più “toccate” sono in rivolta. Quello che sembra più di tutti un pareggio ĆØ tra governo e taxi, tanto ĆØ vero che i tassisti hanno fermato al momento la protesta e sono tornati a lavoro nella maggior parte delle cittĆ italiane. Il 23 gennaio però hanno confermato lo sciopero nazionale e si sono chiamati tutti a raduno a Roma.
Più decisa la reazione dei farmacisti che hanno “vinto” sul fronte dei farmaci di fascia C, ma devono incassare il concorso per l’apertura di 5mila nuove farmacie. Federfarma parla di decreto “incoerente e contrario allo svolgimento regolare del servizio farmaceutico”, decide lo stato di agitazione e preannuncia la serrata dal primo febbraio. Secondo Federfarma, il decreto rivela “la determinazione del governo di distruggere la rete delle farmacie”, per cui se ne “respingono fermamente i contenuti che risultano contrari a una riforma equilibrata, poichĆØ eccessive aperture destabilizzano il sistema”.
I farmacisti confidano nel Parlamento perchĆ© sia modificato il decreto e intanto nell’assemblea di domani deciderĆ “il programma e le modalitĆ di svolgimento dell’agitazione sindacale decisa oggi all’unanimitĆ e che prevedrĆ anche giornate di chiusura”.
Avvocati in sciopero – Protestano anche gli avvocati contro quella che viene definita una “liberalizzazione selvaggia”: sette giorni di sciopero giĆ proclamati, i primi due il 23 e il 24 febbraio, gli altri a marzo e in mezzo sit-in e manifestazioni simboliche nei tribunali. La categoria contesta soprattutto la disposizione che anticipa il tirocinio, necessario per l’abilitazione professionale, a prima della laurea. Guido Alpa, presidente del Consiglio nazionale forense, la definisce “scandalosa”. Contestata anche la decisione di cancellare le tariffe minime, che invece secondo i legali funzionano da calmiere dei prezzi e sarebbero dunque a vantaggio del cittadino. Critico anche l’Ordine nazionale forense.
Benzinai, stop confermato – Sul fronte dei benzinai, la Faib Confesercenti conferma lo sciopero: “Al momento non abbiano elementi – dice Martino Landi, presidente Faib – che ci consentono di revocare lo sciopero. Ci riserviamo di valutare ciò che prevede il testo definitivo ma pensiamo che non sia migliorato rispetto alle nostre attese”.
