Libia, voto alla Camera: approvate le due mozioni di maggioranza e opposizione

ROMA – Approvate le due mozioni sulla Libia, sia quella della maggioranza che quella dell’opposizione. Dopo il voto del Senato in cui sono state approvate due mozioni, una di Pdl-Lega e Responsabili, che conteneva al suo interno parte della mozione del Pd, e una dello stesso Pd, ora anche la Camera ha espresso il proprio parere sull’operazione libica anti-Gheddafi.

La risoluzione della maggioranza passa per soli sette voti: il documento è stato approvato con 300 voti a favore, 293 contrari e 2 astenuti. La risoluzione dell’opposizione sulla situazione in Libia è passata invece a larghissima maggioranza, raccogliendo il voto del centrodestra. Il testo è stato approvato con 547 voti a favore, dieci contrari e 29 astenuti.

Hanno pesato sul risultato finale del voto sulla risoluzione di maggioranza le 12 assenze nelle opposizioni. Non hanno partecipato al voto 5 deputati di Fli (Bongiorno, Cosenza, Divella, Muro, Napoli), 5 del Pd (Fedi, Mastromauro, Siragusa, e i due ex Ppi Ginoble e Grassi) e 2 deputati Udc (Pezzotta e Merlo). Nove gli assenti nel Pdl e non hanno partecipato al voto anche Paolo Guzzanti (Ir) e Antonio Gaglione (M-alt).

I testi sono stati presentati rispettivamente dalla maggioranza e dalle opposizioni. Votata per prima quella della maggioranza, tuttavia, ha assicurato il presidente Gianfranco Fini, anche quella dell’opposizione è stata votata comunque anche se assorbita nei contenuti da quella del centrodestra. La decisione, che non fa precedente, è stata assunta dalla presidenza della Camera per un ”fraintendimento con il gruppo del Pd sul momento della presentazione dei testi e sull’ordine di votazione”.

Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha espresso parere favorevole tanto sulla risoluzione di maggioranza quanto su quella di opposizione. “Dividersi, quando condividiamo le linee di fondo” dell’intervento in Libia “indebolisce il paese” e non “rappresenta la necessaria solidarietà nei confronti di chi in teatri difficili sta portando la bandiera italiana”, è stato l’appello lanciato all’opposizione da parte del ministro degli Esteri.

Il Pd ha votato no alla risoluzione di maggioranza. “L’opposizione ha dato una grande prova di responsabilità e autorevolezza presentando una risoluzione unitaria -ha detto il capogruppo del Pd alla Camera Dario Franceschini-. Un fatto politico rilevante, anche perchè non si tratta di un testo dell’opposizione ma di quello approvato dalle commissioni parlamentari. Mentre la maggioranza è stata costretta a fare un pasticcio, mischiando immigrazione e Libia, due cose differenti”.

Le opposizioni hanno presentato un testo che ripropone quello approvato venerdì scorso dalle commissioni congiunte Difesa ed Esteri di Montecitorio. ”Valutata positivamente” la risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu, il centrosinistra ha chiesto l’impegno del governo ”ad adottare ogni iniziativa per assicurare la protezione delle popolazioni della regione nello scrupoloso rispetto della risoluzione n.1973 e delle relative prescrizioni”. In più ha chiesto che il governo si adoperi ad adottare ”ogni iniziativa necessaria per assicurare che l’Italia partecipi attivamente con gli altri paesi disponibili, ovvero nell’ambito delle organizzazioni internazionali di cui il Paese è parte, alla piena attuazione della risoluzione n.1973 ai fini della protezione dei civili e delle aree popolate sotto pericolo di attacco, ivi compresa la concessione in uso di basi sul territorio nazionale”.

La Lega ha votato sì anche la risoluzione dell’opposizione ”per dare un segno di unità”: lo ha annunciato nell’Aula della Camera il capogruppo leghista Marco Reguzzoni intervenendo sulle risoluzioni presentate sulla situazione in Libia. ”La vostra mozione – ha detto rivolto ai banchi del centrosinistra – è più generica della nostra, ma la voteremo per dare un segno di unita’ al Paese in questo momento. Non ci interessa se voi non voterete la nostra”.

L’assenza del presidente del Consiglio al dibattito sulla Libia ”dimostra che lui non è un presidente del Consiglio, ma un coniglio”. Lo ha detto intervenendo in Aula il leader dell’Idv, Antonio Di Pietro ”deplorando” la mancata partecipazione di Silvio Berlusconi. ”Piaccia o non piaccia – ha detto Di Pietro – questa è un’azione di guerra. Chiamiamola pure azione di pace. Ma è fatta con armi e bombe. E il fatto che Berlusconi non senta il dovere di assumersi la responsabilità davanti al paese dimostra che è un coniglio”.

Antonio Di Pietro dà poi del ”giullare” al ministro degli Esteri, Franco Frattini. Il quale, platealmente, si alza dal banco del governo nell’Aula della Camera e abbandona polemicamente l’Emiciclo. maggioranza si levano proteste per il linguaggio di Di Pietro. E il presidente Gianfranco Fini interviene, invitando il leader dell’Idv ”ad adoperare un linguaggio consono a questa Aula”. E, a Di Pietro, che stigmatizza l’uscita dall’Aula di Frattini, Fini ribatte: ”Chi esce dall’Aula si assume la responsabilita’ di quello che fa, ma non e’ paragonabile con quanto e’ stato detto. La invito ad usare un linguaggio rispettoso di quest’Aula”, ha concluso il presidente della Camera mentre Di Pietro continuava il suo attacco nei confronti del governo. Solo al termine dell’intervento di Di Pietro, Frattini ha fatto rientro nell’Emiciclo riprendendo posto accanto al collega Ignazio La Russa.

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Alessandro Avico