Niente richiesta di dimissioni dunque, “per rispetto alla Corte – spiega Bersani – e per non dare ragione all’avvocatura dello Stato che le aveva evocate”.
“In realtà, il Pd – insiste Bersani – si oppone con determinazione a Berlusconi, ma il problema è che bisogna anche costruire un’alternativa di governo alla destra. E perciò a Di Pietro dico che se il gioco è quello di chi grida più forte, allora sono capaci tutti a farl0. Quel che è più difficile è preparare le condizioni per governare il Paese. E al leader dell’Italia dei valori voglio dire anche un’altra cosa: la divisione delle opposizioni non può che fare piacere a Berlusconi”.
Bersani non si avventura in scenari futuri: “Se Berlusconi dovesse dimettersi e questa maggioranza dovesse entrare in crisi, allora la parola passerebbe al capo dello Stato. Sarà lui a decidere. Sono preoccupato però per quel che sta avvenendo nella società. E’ questo il terreno su cui portare avanti la nostra iniziativa. Bisogna assolutamente rispondere al disagio di lavoratori, famiglie e piccole imprese se non si vuole allargare lo scollamento tra democrazia e società, è su questo che dobbiamo incalzare la maggioranza e svelare le contraddizioni del centrodestra”.