Lodo Mondadori, legali Cir: “sentenza ci toglie 400 milioni, ne avevamo chiesti 1157”

Continua a far discutere la sentenza emessa dai giudici del tribunale di Milano che ha condannato la Fininvest a risarcire 750 milioni di euro alla Cir di Carlo De Benedetti per la vicenda del Lodo Mondadori.

A Milano, il legale del gruppo che all’epoca dei fatti era presieduto da Berlusconi, ha criticato duramente la sentenza e pensa, immediatamente al ricorso. Per l’avvocato Romano Vaccarella, che dopo aver espresso «sconcerto» ora parla di «autentica incredulità», le motivazioni della sentenza si fondano «su argomentazioni totalmen­te erronee». Quindi, il ricorso, come previsto dalla legge, seguirà a stretto giro di posta la richiesta di sospensiva del provvedimento, che va presentata entro dieci giorni dalla sentenza.

Alla Cir, però, atmosfera e opinioni sono completamente diverse:  secondo i legali del gruppo, Vincenzo Roppo ed Elisabetta Rubini, nella vicenda non c’è nessun carattere politico ma si tratta, semplicemente, di  «un normale giudizio civile fra aziende coinvolte in un conten­zioso economico».

Non solo: a studiare bene le richieste, la sentenza non accoglie neppure integralmente le richieste di risarcimento di Cir, che erano di circa 400 milioni più alte (1157 milioni la cifra esatta). I legali del gruppo lo fanno presente e rincarano la dose evidenziando ancora il ruolo del presidente del Consiglio: «il Tribunale ha accertato e motiva­to che il giudice Metta, nell’emet­tere la sentenza che ha danneg­giato Cir, fu corrotto dal fiducia­rio di Fininvest avvocato Cesare Previti, nell’interesse e con dena­ro della stessa Fininvest; e che ta­le operazione era condivisa da Sil­vio Berlusconi».

Incredulità e stupore a parte, Finivest pensa anche alle misure da prendere qualora i 750 milioni di multa venissero confermati anche in appello. Possibili, in questo caso, sia interventi sul bilancio che tagli di costi «industriali». Non escluse neppure possibili cessioni di attività.

La Borsa, intanto, non ha reagito male. I titoli delle aziende controllate dal gruppo Berlusconi, infatti, almeno per il momento non hanno perso.

Published by
Emiliano Condò