ROMA – Il call center sanitario della Regione Lombardia da marzo 2012 costerĂ (quasi) come una hotline. SarĂ a pagamento: costerĂ dai cellulari 50 centesimi “a contatto”. Ovvero per chiamare la Regione e avere un’informazione di servizio si pagherĂ . Non per parlare del piĂ¹ e del meno ma per prenotare delle visite mediche, come tac o radiografie. Un servizio che ovunque è gratuito. Ovunque tranne che in Lombardia.
PerchĂ©? Finora la Lombardia ha appaltato a milletrecento Km di distanza il call center, a PaternĂ² (Catania), ovvero in Sicilia, nella “provincia di La Russa”, come bofonchiano i leghisti. E qui il punto. Proprio i leghisti hanno dato batttaglia in consiglio regionale perchĂ© il call center fosse “padano”. Risultato? Ora ce ne saranno due, affiancati finchĂ© il servizio non sarĂ privatizzato. Ma per abbattere i costi, la Regione farĂ pagare le telefonate.
Scrive il ‘Corriere della Sera’ che per un paio d’anni, fino alla primavera del 2014, quando di fatto si procederĂ a privatizzare il servizio, al call center di PaternĂ² se ne affiancherĂ un altro “padano”. Così facendo le telefonate, finora gratuite, si pagheranno per coprirne almeno in parte i costi. E quanto si pagheranno? “Si prevede una ripartizione di costi con il cittadino pari a 0,50 euro fisso per ogni contatto telefonico da cellulare”, si legge nell’allegato al documento.
Un’iniziativa che costerĂ parecchio anche alla Regione. Denuncia Alessandro Alfieri, consigliere regionale del Pd:Â ”La giunta regionale ha cambiato idea e ha deciso di riaprire il call center in Lombardia pur conservando quello a Paterno’. Questa operazione costera’ ai lombardi cinque milioni di euro solo per aprire e avviare la nuova sede, e a regime la Regione paghera’ per il servizio ventotto milioni di euro l’anno, otto in piu’ rispetto a quanto avviene oggi”.
