Lombardia, Lazio e Sicilia: il “marcio” delle regioni che unisce l’Italia

Roberto Formigoni (LaPresse)

ROMA – Dalle Alpi alla Sicilia il “marcio” e il malaffare delle regioni unisce, per una volta, l’Italia. I quotidiani, oggi 15 settembre tornano su vicende che riguardano il governatore della Lombardia Roberto Formigoni, l’ex capogruppo alla Regione Lazio Franco Fiorito indagato dalla procura di Roma per 109 bonifici dirottati sui suoi conti correnti dai fondi Pdl, e sulla Sicilia “sprecona”. Il Parlamento siciliano, infatti, nell’ultimo bilancio presentato prima delle elezioni dichiara di spendere migliaia di euro per comprare carta igenica.

LOMBARDIA – La Procura di Milano, scrive Repubblica, accusa Formigoni di aver “asservito la regione agli interessi dei privati”. Scrive il quotidiano:

“Le scelte della Regione Lombardia sono state, e forse lo sono ancora, ‘asservite’ agli interessi dei faccendieri e delle cliniche private. È quanto sostiene, portando una montagna di documenti bancari e testimoni, la Procura milanese. E lo fa proprio nella parte dell’inchiesta per corruzione che è arrivata ad investire il presidente Roberto Formigoni. C’è una frase, contenuta nelle accuse a Formigoni, destinata a diventare uno spartiacque: i pubblici ministeri parlano del “sistematico asservimento della discrezionalità amministrativa” della Regione Lombardia alle esigenze dei disonesti.

Prosegue Repubblica:

È un’inchiesta vastissima, questa, ed è nata – bisogna ricordarlo – dal crac di 1,5 miliardi di euro dell’ospedale San Raffaele. Da lì è arrivata a individuare, come in un giallo, questo “sistema” e il ruolo straordinario di un uomo potente di cui nessuno parlava: Pierangelo Daccò. Anche Formigoni, all’inizio dello scandalo, faticava ad ammettere di conoscerlo bene, anzi così bene, nonostante le tante vacanze e le cene insieme. Oggi Repubblica è in grado di affermare che non sono tre, ma salgono a cinque (e questa è una novità) le loro super-vacanze. E sono contestate sotto la voce “altre utilità” e quindi come “corruzione” al presidente della Regione.”

LAZIO – Il Fatto Quotidiano intervista invece Franco Fiorito a proposito dei bonifici che la Regione avrebbe dirottato sul suo conto:

Franco Fiorito

“Si presenta in autoblu con due autisti che lo aspettano all’ingresso di un bar romano di Piazza Euclide, Franco Fiorito. In gessato e camicia bianca, l’aria afflitta e senza fidanzata. È la prima notizia che ci fornisce l’ex capogruppo Pdl indagato per peculato, come se ciò potesse distogliere l’attenzione dall’importanza dell’indagine che la magistratura sta svolgendo nei suoi confronti. Si definisce un ‘faggiano’ a causa della sua ingenuità e tra ammissioni e fango gettato sugli avversari, il consigliere, che proprio ieri si è autosospeso dal partito, inizia a parlarci della sua relazione sentimentale, che si è conclusa al ritorno delle vacanze in Sardegna, le stesse che sarebbero state pagate con due bonifici partiti dal conto Pdl, per un totale di 30 mila euro.

Quindi, gli italiani hanno pagato la vacanza anche alla sua compagna?

“Avevo appena concluso la campagna elettorale per le regionali , ero depresso. Ho prenotato due settimane in due Resort tra i più belli della Costa Smeralda, “Pitrizza” e “Romazzino”. La prima settimana ero solo, poi mi ha raggiunto la mia compagna. Sì, è vero, ho pagato con i soldi del gruppo. Ma poi ho versato nel conto del partito ciò che avevo speso. Peccato che nella relazione Unicredit manchi questa voce in entrata”.

Può dimostrare di aver restituito i soldi?

“Certo che lo farò. Nel mio ufficio ho migliaia di carte e fatture di tre anni di amministrazione. Ho una stanza intera, nel mio ufficio, piena di faldoni con le ricevute di Battistoni per manifesti finti, fatte registrare da sue due associazioni, “Majakovskij” e “Lazzaroni”, per un totale di 70 mila euro. Ma ci sono cose molto più divertenti. Un consigliere (di cui non riveliamo l’identità, ndr) ha noleggiato un auto per due ore recandosi in un albergo che sta ad Aprilia “Il Focarile”. Il sospetto è che il noleggio sia stato fatto per incontri amorosi. (Poi aggiunge: “ Oh, non lo segnà che questo è sposato, eh”).

Anche lei ha acquistato una Smart e una Bmw pagandole rispettivamente 16 e 88 mila euro con i soldi del gruppo.

“La Smart è a disposizione del gruppo, io non riesco neanche a entrarci. È troppo piccola per me. In particolare era utilizzata dalla mia segreteria. Nella Smart non c’entrava, ma nel Suv invece sì… Sì, quello lo usavo io. Ma come presidente di commissione ha già diritto all’autoblu”.

Perché comprarne un’altra?

“Ne avevo bisogno. Lo fanno tutti. Non sono il primo. Guardate per esempio i buoni benzina che ho rimborsato. Io non li ho mai visti e infatti ho il sospetto che non li abbiano mai dati materialmente e che si facevano dare i soldi. Adesso ho scritto agli altri per sapere come li hanno spesi e perché, altrimenti andiamo in galera per voto di scambio. La cifra è di circa 50 mila euro. Su queste ricevute ho molti dubbi: tre consiglieri, Battistoni, Miele e Del Balzo hanno presentato al gruppo un conto totale di 100 mila euro in tre. Sono conti un po’ anomali e sospetto siano falsi. Di queste spese ne sono venuto a conoscenza da poco. Perché io delegavo il mio caposegreteria, Bruno Galassi, a fare materialmente da cassiere. Sono capogruppo e tesoriere, da noi non esiste differenza tra i due ruoli”.

Ma a parte comprare auto, lei i soldi li prendeva anche in contanti. È vero?

“Ci sono tanti prelievi in contanti. C’era in particolare il consigliere Romolo Del Balzo che, per pagare i suoi, veniva da me a chiedere contanti. Noi abbiamo la possibilità di fare bonifici mensili fino a 150 mila euro ciascuno . Abbiamo chiesto alla banca UniCredit di aumentare la soglia di disponibilità ma ce l’hanno negata. Con quelle cifre non riuscivo a rimborsare neanche le ricevute dei consiglieri, buone o false che siano. Devo pagare tutti, compresi quelli che non contano un cazzo. Per esempio a Battistoni ho dovuto dare oltre 300 mila euro di spese. Colpa della mia ingenuità: anche alcuni colleghi di partito mi dicono che sono molto leggero in materia di conti e probabilmente ne pagherò le conseguenze”.

Ma come giustifica il trasferimento all’estero di 753 mila euro segnalato a Bankitalia?

“Non sono 753 mila euro, ma 300 mila. Ci sono dei bonifici trasferiti anche all’estero, è vero, ma non arrivo a quella cifra. Sui movimenti totali, tra Italia e estero, arrivo a circa 700 mila. Non lo scrivete però, non ci farei una bella figura. Nel suo dossier c’è anche un preventivo per un festino di 48 mila euro. I suoi ex colleghi negano che ci sia stato. Lei lo ha finanziato? Sì, ho pagato tutto per finanziare quella festa nel set di Cinecittà. C’erano delle gnocche travestiste con le gonnelline bianche. Non ci sono andato, ma qualcuno, dai racconti riporta-ti, si sarebbe divertito. Ricordo che Stefano Cetica (assessore al Bilancio, ndr) era disgustato”.

Conclude Il Fatto:

“Insomma Franco Fiorito tira in ballo tutti senza esclusione di colpi. Tutti i politici nominati dal consigliere sono stati contattati, con esito negativo, dal Fatto. L’unico a rispondere è Romolo Del Balzo. Fiorito aveva ammesso di aver assunto la moglie e la nipote. “È vero – afferma del Balzo – ma sono delle dipendenti regionali. Per il resto non ho mai preso i soldi in contanti, tranne un versamento diretto di 3 mila euro. E non ho mai presentato buoni benzina”.

Raffaele Lombardo (LaPresse)

SICILIA – La terza storia la racconta sempre Il Fatto Quotidiano e riguarda il Parlamento siciliano che “in poco più di quattro anni ha varato appena 78 leggi, circa 19 all’anno. In compenso però, – spiega il Fatto – hanno speso cifre da capogiro per pranzi, trasferte, vestiti e pure barberia. Nel bilancio, alla voce” beni di consumo e servizi vari”, spiccano gli oltre 528mila euro per “servizi igienici e di pulizia, disinfestazione e smaltimento rifiuti, acquisto di prodotti igienico sanitari, generi per barberia etc”. Insomma, la regione haspeso una fortuna in carta igienica. Il bilancio pubblicato è l’ultimo prima delle elezioni.

“Scorrendo il rendiconto annuale delle entrate e delle spese dell’Assemblea regionale approvato lo scorso luglio si evince proprio questo: all’interno della casta, il Parlamento siciliano si aggiudica a tutti gli effetti la medaglia d’oro allo spreco. L’ATTIVITÀ dei 90 eletti a Palazzo d’Orleans è costata, nel 2011, 164,4 milioni di euro e molte delle voci a bilancio fanno impallidire. Tra stipendi, diarie e rimborsi, in un anno l’Ars ha stanziato per i suoi consiglieri – detti “deputati” in Sicilia – 20,6 milioni di euro, e altrettanti se ne sono andati per i loro contributi previdenziali. Mentre per i 258 dipendenti sono stati sborsati 38 milioni. Ma sono altre le voci di spesa che fanno impallidire e che gridano allo scandalo nella regione che versa in una sempre più drammatica crisi socio-economica”.

Prosegue Il Fatto:

“Per il vestiario di servizio, cioè per le divise dei 120 commessi di palazzo, sono stati spesi 130mi-la euro. E questi non sono gli unici tessuti per cui l’Ars spende fior di quattrini dei suoi contribuenti. Al Capitolo XV, Beni di consumo e servizi vari, c’è infatti la voce “tendaggi, tessuti e lavori di tappezzeria”: 22mila euro. Nello stesso capitolo, poi, spiccano gli oltre 528mila euro per “servizi igienici e di pulizia, disinfestazione e smaltimento rifiuti, acquisto di prodotti igienico sanitari, generi per barberia etc”. Insomma, i corridoi di Palazzo dei Normanni sono tirati a lucido con cura maniacale quanto zazzere e mustacchi degli illustri onorevoli. Le attività istituzionali e di rappresentanza, le relazioni esterne e i cerimoniali sono costati 629mila euro. Una cifra che fa pensare a un’attività frenetica. Tanto che per garantire operatività e sveltezza se ne sono andati la bellezza di 831mila euro in caffè e servizi di ristoro, seconda voce del capitolo XIII, Servizi ausiliari e di supporto. Appunto. E ancora: 137mila euro sono stati spesi in arredi e 415 mila euro per il noleggio e la gestione delle autovetture di servizio”.

“AL CAPITOLO XII del consuntivo di bilancio, denominato Servizi informatici e di duplicazione documenti, leggiamo che sono stati spesi 840mila euro. Di cui 34mila euro per la “digitalizzazione di atti, volumi e documenti”. Una spesa che avrebbe dovuto proprio alleggerire il gran traffico di carta nei corridoi di Palazzo d’Orleans, che rallenta in maniera atavica i vari iter burocratici. E invece lo scorso maggio aveva fatto scalpore la notizia che il Dipartimento trasporti della Regione cercava trenta commessi di piano, quelli che in gergo vengono definiti “camminatori” ovvero dipendenti con il compito di portare pratiche, faldoni e incartamenti vari da una stanza all’altra. Un’esigenza quanto meno anacronistica nell’era di Internet. Facendo un po’ di somme questa XV legislatura, da giugno 2008 a ottobre 2012, è costata 707 milioni di euro. E detiene anche un altro triste record: quasi un terzo dei parlamentari ha avuto guai con la giustizia. Concorso in associazione mafiosa, falso in bilancio, truffa, voto di scambio, concussione, peculato, abuso d’ufficio, bancarotta, associazione a delinquere e altri reati minori. E i deputati saranno ancora 90 anche nella prossima legislatura che si voterà a ottobre. La legge per portarne il numero a 70, infatti, dopo essere stata approvata al Senato, è stata adottata all’unanimità in Commissione Affari costituzionali alla Camera. Però, per la definitiva approvazione, occorrono due deliberazioni per ciascuna Camera con un intervallo non inferiore a tre mesi. Per iniziare a risparmiare un po’ i siciliani dovranno quindi aspettare altri cinque anni. Se ne parla alla prossima legislatura”.

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Lorenzo Briotti