MILANO – Novanta provole di Auricchio per 3.405 euro spesi il 18 dicembre 2008 dall’ex assessore lombardo del Pdl Giovanni Rossoni come omaggio della vice presidenza. Due anni dopo, sempre sotto Natale, ha pagato 4.273 euro di “latticini come regali istituzionali”. E c’è pure il necrologio per mamma Berlusconi (164 euro). Non ci si finisce mai di sorprendere scorrendo la lista delle voci di spesa contestate dalla Procura di Milano nell’atto di chiusura dell’inchiesta sui rimborsi illeciti al Pirellone che prelude alla richiesta di processo per 65 tra ex assessori ed ex e attuali consiglieri della maggioranza e dell’opposizione.
Per 63 l’accusa è peculato e per due invece truffa aggravata per un totale di 3,4 milioni di euro, soldi pubblici spesi tra il 2008 e il 2012. L’avviso di conclusione indagini, notificato mercoledì dalla Guardia di Finanza, è stato firmato dal procuratore aggiunto Alfredo Robledo e dai pm Paolo Filippini e Antonio D’Alessio, i quali hanno anche chiesto l’archiviazione per 20 ex assessori: nonostante alcune delle loro spese di rappresentanza siano “connotate da circostanze anomale, singolari” e “caratterizzate da inopportunità, sproporzione o incongruenza contabile” sono state ritenute “coerenti” con le norme vigenti in materia. Tutt’al più, osservano i pm, si può configurare una responsabilità contabile.
Alcuni degli ex assessori però rimangono indagati per i rimorsi percepiti indebitamente quando erano consiglieri. Le spese ritenute illegittime sono in gran parte già note dal dicembre 2012 e gennaio 2013 quando vennero inviati una raffica di inviti a comparire, come a Renzo Bossi detto il “trota” e a Nicole Minetti. Sebbene le migliaia di euro contestate a ciascuno siano in parte lievemente calate (gli inquirenti hanno fatto una scrematura) moltissime riguardano cene e pranzi tanto da sembrare, leggendo le carte, che la politica regionale si sia svolta in ristoranti, pizzerie, enoteche, bar e fast-food.
L’ex presidente del Consiglio Davide Boni, come si legge nelle carte, sebbene “dal 2003 avesse trasferito la sua dimora abituale e il suo domicilio a Milano” avrebbe fatto credere alla Regione di vivere ancora a Sabbioneta (Mantova) “e da quel comune di raggiungere abitualmente il Consiglio” regionale. Per tanto, si è fatto liquidare a titolo di “spese trasporto” tra il 2003 e il 2011 oltre 32.300 euro. E poi “dichiarando in data 2/11/2010, contrariamente al vero, di aver fatto rinuncia al servizio di autista fornito da Regione Lombardia, si faceva liquidare, in virtù di una delibera di Presidenza n.2 del 2011 emanata dallo stesso Davide Boni, 69.484 euro per il 2010 e il 2011.
Giulio Boscagli, come conigliere ed ex capogruppo del Pdl, è accusato per spese per oltre 20 mila euro, tra cui 250 euro per “una corona di fiori per defunta”, 2.800 euro per 120 bottiglie di vino acquistate in due round e in due anni diversi, probabilmente come doni natalizi, 164,40 euro per “il necrologio di Rosa Bossi Berlusconi”, la madre dell’ex Presidente del Consiglio e anche 6,45 euro per “spesa alimentare (tonno-insalata- mais e coca cola)”.
E se le persone sotto inchiesta sono in gran parte dell’allora maggioranza di centro destra, l’avviso di conclusione indagine riguarda anche qualcuno dell’opposizione di centrosinistra.
A Chiara Cremonesi, allora capogruppo di Sel, sono state contestate spese per 84.839: si va dai Waferini e Viennesi Armonia, a 101 euro per salumi vari; da un necrologio per 353,40 a fiori per 50 euro fino a molti rimborsi per il carburante o biglietti ferroviari e per pranzi.
Luca Gaffuri, ex capogruppo del Pd risponde di spese ‘allegre’ per circa 10 mila euro e il suo compagno di partito Carlo Spreafico di rimborsi non dovuti per 40.737 euro.
Nella richiesta di archiviazione, infine, sono spuntate anche le spese dell’Ufficio di Presidenza di quando a governare la Lombardia c’era Roberto Formigoni (che non è indagato). Per “un incontro tra il Presidente e la consulta degli architetti Bie” avvenuto l’11 marzo del 2009 con “menù degustazione e vini per 14 coperti” sono stati spesi 2.520 euro. Lo stesso giorno al Ristorante Riccione per “un incontro con 2 parlamentari, 1 capogruppo di FI, un consigliere della IV commissione e due esperti del mondo accademico” per discutere di “inquinamento atmosferico” il conto è stato di 1.067 euro.
Il 17 febbraio del 2010 è stata presentata una richiesta di rimborso di 14,50 (come riporta lo scontrino fiscale) “per l’acquisto di olio, aceto e stuzzicadenti per il bar di rappresentanza del Presidente” e il 14 giugno 2011 di 1 euro e 59 centesimi sotto la voce “acquisti urgenti” sempre per “il servizio bar di rappresentanza e per l’ufficio del Presidente”.