ROMA – La Corte dei Conti condanna Luigi Lusi al pagamento di 22 milioni e 810mila euro per danno erariale. L’ex tesoriere della Margherita si sarebbe via via intascato, a partire dal 2002, anno in cui ricevette l’incarico di controllare le entrate e le uscite del partito finanziato dal denaro pubblico, migliaia di euro di soldi pubblici.
Per questa ragione, la sezione giurisdizionale per il Lazio della Corte dei Conti ha condannato l’ex tesoriere al “risarcimento del danno erariale a favore dello Stato, e per esso del Ministero dell’economia e delle finanze, nella misura di 22.810.200 di euro”. La sentenza è stata depositata oggi 30 dicembre: Lusi era stato citato in giudizio dalla procura regionale presso la sezione giurisdizionale per la Regione Lazio della Corte dei conti per rispondere del danno erariale per illecita gestione.
La vicenda la ricostruisce il Corriere della Sera in un articolo:
“I guai per il tesoriere arrivarono nel 2012, quando la Banca d’Italia segnalò un’operazione ritenuta sospetta, relativa all’acquisto di un appartamento in via Monserrato, a Roma, a due passi da piazza Navona. Gli inquirenti iniziarono a spulciare nei conti della Margherita. E si convinsero che, ricorrendo anche a due società estere, la TTT srl e la Paradiso, Lusi – dapprima tesoriere della Margherita, cotesoriere di Uniti per l’Ulivo e tesoriere europeo dell’European Democratic party e infine entrato nel Pd – era riuscito a mettere le mani su circa 23 milioni di rimborsi elettorali, dirottandoli in Canada e poi facendoli rientrare in Italia con lo scudo fiscale. Danaro da impiegare in investimenti immobiliari a Roma, a Genzano, centro dei Castelli Romani, e in provincia di L’Aquila. Appunto: soldi del partito, rimborsi elettorali e di altri finanziamenti provenienti dal Partito democratico, che Lusi gestì come fossero suoi.
Poi l’arresto, autorizzato dal Senato a scrutinio palese, e il rinvio a giudizio dopo il quale è cominciato il processo penale davanti alla IV sezione del tribunale di Roma.
Nel frattempo la Corte dei Conti ha deciso di avviare il procedimento per danno erariale. La motivazione della condanna 914/2013 è stata depositata in Cancelleria nella giornata del 30 dicembre. L’ex tesoriere – che peraltro ha annunciato la restituzione del danaro, sia pure «ridimensionando», in sede civile e penale, la somma a circa 16 milioni – è stato condannato a pagare, appunto, i 22 milioni di euro. Che per la sezione giurisdizionale del Lazio presieduta da Ivan De Musso equivalgono al flusso di danaro pubblico – da restituire al ministero delle Finanze e non alla Margherita, estromessa dal giudizio – passato tra le su mani.
in qualità di tesoriere, dei fondi ricevuti dal partito ”Democrazia è Libertà-La Margherita” a titolo di rimborso per le spese elettorali dei partiti politici.