Il senatore Lusi vuole restituire 5 milioni su 13. Espulso dal gruppo Pd

Luigi Lusi (Foto Lapresse)

ROMA – Vuole restituire il maltolto, ma solo in parte. Vuole anche patteggiare, un anno, ma al giudice sembra troppo poco. Nel frattempo il senatore Pd Luigi Lusi è stato espulso dal gruppo Pd a palazzo Madama. Lusi, ex tesoriere della Margherita indagato per espropriazione indebita ai danni dell’ex partito, è stato espulso dal gruppo del Pd secondo una decisione, a quanto si apprende da fonti parlamentari, che è  stata presa all’unanimità dall’ufficio di presidenza del gruppo in una riunione che si è svolta mercoledì mattina, su proposta della presidente Anna Finocchiaro.

Lusi, dei 13 milioni di euro sottratti al partito ed investiti in affari personali, è disposto a restituire solo 5 o 6 milioni di euro, meno della metà. Il resto dei 13 milioni sarebbe servito per pagare le tasse, una versione ancora da verificare. I soldi provengono dai rimborsi elettorali e dai versamenti del Partito democratico dopo la fusione, dunque in parte si tratta sicuramente di denaro pubblico. I magistrati stanno valutando il sequestro cautelativo dei beni immobili acquistati da Lusi con quanto sottratto.

La Guardia di Finanza ha stabilito che in 3 anni la cifra trasferita dal conto corrente intestato a Democrazia e libertà alla società TTT srl è di 12 milioni 961 mila euro, per un totale di 90 bonifici. Di questi 1,9 milioni di euro sono stati spesi per un appartamento di lusso nel centro di Roma, in via Monserrato 24, mentre altri 4,7 milioni di euro sono finiti alla società Paradiso Immobiliare, attraverso il quale è stata acquistata una villa a Genzano, ai Castelli Romani. I 5 milioni che Lusi non vuole restituire sarebbero stati usati per pagare le imposte, ma non è chiaro se si tratti di imposte per il partito o per affari personali.

Lusi ha proposto di patteggiare circa un anno di pena, ma i pm non la ritengono congrua. Per Luigi Lusi l’accordo potrebbe chiudersi con una condanna a 2 anni di reclusione, o un po’ meno (il massimo della pena è 3 anni), compresa sospensione condizionale. ”Non posso ora fare dichiarazioni: adesso è doveroso il rispetto del segreto istruttorio e, conseguentemente, non fare dichiarazioni nel merito. Leggo però alcuni articoli riportanti dichiarazioni virgolettate attribuite a me ma in realtà riferite da terzo e mai da me pronunciate. Leggo altresì più dati e fatti totalmente privi di risconto ma pieni di colore e suggestione”.

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Elisa D'Alto