ROMA – “Ho applicato nei fatti un patto fiduciario che era stato negato da Rutelli, Bocci e Bianco. Ho messo in campo la restituzione degli immobili da aprile, e il fatto che essa venga negata dai responsabili della Margherita fa riflettere. Le assegnazioni del denaro si decidevano a voce, non c’erano verbali. In parte era prassi e in parte per non lasciare traccia, di scritto c’erano solo i bilanci”. Sono le parole dell’ex tesoriere della Margherita Luigi Lusi, riportate da un’inchiesta del Corriere della Sera.
“Io Ingenuamente mi sono fidato. Rispondo della mia ingenuità di fronte ai giudici e di fronte al Paese. Rutelli risponda a chi deve rispondere – aggiunge – Perché sono contrari alla richiesta di svelare tutti i conti della Margherita? Io lo ho chiesto, con una richiesta che processualmente non mi farebbe bene. I magistrati han detto di no; ma perché sono contrari i politici? Quale migliore occasione per verificare come le cose sono andate? Perché l’Assemblea di ieri è stata celebrata a porte chiuse inibendomi la partecipazione sospendendomi il giorno prima? Qualcosa non quadra…”.
Lusi spiega quindi di sentirsi vittima di un “patto scellerato: aver accettato che io facessi e compissi operazioni finanziarie senza che nulla fosse scritto da qualche parte, ma solo sulla base di un accordo verbale. È stato un errore grande, del quale pagherò le conseguenze, per il quale e mi andrò a difendere nel processo a cui sarò sottoposto”.