ROMA – Il patto per la spartizione dei fondi della Margherita assegnava “il 60 per cento ai Popolari e il 40 per cento ai rutelliani”. A fare da garante era Luigi Lusi che aveva il compito, come spiega lui stesso ai magistrati, “di mettere al sicuro i rimborsi elettorali”, circa 220 milioni di euro. E lo fece “effettuando anche operazioni immobiliari, di cui alcuni all’interno del partito erano a conoscenza”. Il verbale dell’ormai noto tesoriere, indagato per appropriazione indebita e illecito reimpiego dei soldi perché accusato di aver sottratto dalle casse del partito almeno 23 milioni di euro a fini personali, svela quanto accaduto nella formazione politica poi confluita nel Partito democratico dal 2007 in poi riguardo alla gestione del denaro. Dichiara Lusi ai pubblici ministeri: “Dal 2009 ho annotato le uscite perché i Popolari non sapevano quanto prendeva Francesco Rutelli, che ritengo nel tempo abbia avuto qualcosa in più per la nostra vicinanza politica e perché era presidente del partito”.
E l’acquisto delle case? Per investire i fondi della Margherita. Per le sue tasche, “solo” 700 mila euro “da prestare a parenti bisognosi”. Lusi non solo era stato designato dal partito come “fiduciario” dei fondi spartiti tra le varie correnti, ma era stato anche consigliato di “investire bene i soldi incassati” dal forziere dei rimborsi elettorali. E per “bene” si intendono le ville e le case acquistate che ora, però, è “disposto a restituire” perché si è “dimesso dall’incarico di tesoriere”.
Quindi i vertici non erano a conoscenza delle proprietà immobiliari comprate con i fondi del partito? No, l’ex tesoriere dice che non è proprio così. Qualcuno sapeva, eccome se sapeva, anche delle ville. “Comunque dell’acquisto alcuni sapevano – insiste -. Non faccio i nomi però, perché tanto non lo confermerebbero”. E dunque chi sono questi “alcuni” ben informati? Il patrimonio immobiliare di Luigi Lusi come hanno dimostrato le indagini della Guardia di finanza, è ben nutrito e lui stesso, sempre durante l’interrogatorio dell’altro ieri, ha spiegato che la villa di Genzano “acquistata a 6 milioni di euro oggi, dopo la ristrutturazione, ha un valore intorno ai 7 milioni”. A questa vanno poi aggiunte le case di via Monserrato a Roma, la villa di Ariccia e i 5 appartamenti a Capistrello in provincia de L’Aquila.
Per quando riguarda invece le distrazioni personali, ci sono “700 mila euro che amministravo come fiduciario ma che ho usato per i prestiti ad alcuni miei parenti”. Tra questi, “i 100 mila euro a mio fratello Angelo e 120 mila a mio nipote”. Le Fiamme gialle avevano scoperto che Lusi aveva creato una serie di società, incastrate l’una all’altra con un meccanismo di scatole cinesi, per acquistare immobili e gestire il denaro.