ROMA – Secondo quanto scrive Fiorenza Sarzanini sul Corriere della Sera l’ex tesoriere della Margherita, Luigi Lusi, accusato di aver usato 13 milioni di rimborsi elettorali, per spese private (due case comprese), avrebbe fatto rientrare in Italia una parte del denaro con lo scudo fiscale.
I soldi erano depositati in Canada e, stando alle indagini della Guardia di Finanza, citate dal Corriere arrivavano a un’azienda che si occupava di consulenze per la Margherita, la TTT.
Un flusso continuo di soldi che arrivava alla «TTT», azienda che aveva come incarico esclusivo l’effettuazione di consulenze per la Margherita, e poi confluiva in altre società . Una in particolare, la «Luigia Ltd» con sede a Toronto che — come risulta dalle verifiche delle Fiamme Gialle — controlla al 100 per cento proprio la «TTT», scrive Sarzanini.
In questo modo sarebbero stati mascherati altri giri e altri affari. Tutto è cominciato con un sospetto sulla casa in via Monserrato 24 a Roma. Nel novembre scorso la Banca d’Italia ha segnalato movimenti sospetti sul conto corrente bancario intestatoa a “Democrazia e Libertà – Margherita”. Il partito, seppur confluito nel Pd a ottobre 2007, è infatti sopravvissuto come fondazione. Secondo Bankitalia i movimenti sarebbero consistenti, forse troppo per un partito non esiste più.
Tra il gennaio 2008 e l’agosto 2011 ci sarebbero dunque 90 bonifici in uscita dal conto corrente intestato a “Democrazia e libertà ”, per un totale di 12 milioni 961 mila euro.
Il Pd ha scaricato Lusi che è stato espulso dal gruppo Pd, nonostante abbia detto di voler restituire 5 milioni su 13.
“Possibile che nessuno si sia accorto di questa continua movimentazione di denaro? La causa civile sui rendiconti In realtà sin dal luglio scorso alcuni parlamentari che facevano parte della Margherita si erano rivolti al tribunale civile impugnando la validità dei rendiconti relativi al 2009 e al 2010. Appare difficile credere che neanche in quell’occasione i vertici dell’ex Margherita che adesso sono parte lesa contro Lusi — il presidente Francesco Rutelli, il presidente dell’assemblea Enzo Bianco e il presidente della Tesoreria Gianpiero Bocci — gli abbiano chiesto conto di quanto stava accadendo. Eppure la vicenda giudiziaria è appena entrata nella fase cruciale, tanto che la prossima udienza è fissata al 3 aprile prossimo”, scrive Sarzanini.