
ROMA – Tra le carte di Mafia Capitale spunta anche il nome del vicesindaco di Roma, Luigi Nieri, esponente di Sinistra e Libertà. Sarebbe stata una pedina importante, scrive Claudia Guasco sul Messaggero, per Salvatore Buzzi, il capo della coop che, viste le difficoltà ad entrare nel circuito degli appalti dell’Ama, ha bisogno di avvicinarsi il più possibile al cuore dell’amministrazione capitolina.
“Ma me puoi assume questo”, chiederebbe (come è pubblicato sul Messaggero) a un certo punto il vicesindaco (con delega al personale) a Buzzi, che in realtà è interessato soprattutto a una buona parola per l’affidamento della raccolta multimateriale dell’Ama (imballaggi in plastica, cartone, acciaio ecc…). Claudia Guasco de Il Messaggero ha letto le carte negli atti dell’inchiesta.
Buzzi è certo di avere intessuto un rapporto a doppio filo con Nieri, coltivato già dopo la campagna elettorale delle primarie. «Poi ce pigliamo le misure con Marino», dice il sodale di Carminati a Emilio Gammuto, uno dei 39 indagati. «Va bè mo’ Marino tramite Luigi Nieri…», specifica il suo interlocutore. Così quando arriva il momento di agire per Multiservizi, Buzzi mette in campo tutte le sue pedine.
Annamaria Cesaretti, consigliere comunale di Sel, lo chiama e chiede di essere tenuta aggiornata sulla pratica, lui la ringrazia perché il collega di partito «Gialuca Peciola si è già mosso per fortuna, ho avuto i riscontri». Quanto a Nieri, «eh Nieri, a Nieri gli ho detto ’sta cosa, lo sai che non l’ha capita? Per me è fuso, è fuso il ragazzo». Il motivo: «Mentre gli dicevo ’sta cosa, se mi aiutava a far crescere la Cooperativa, me chiedeva: ”Ma mi puoi assume questo?”». Risposta di Buzzi: «A Lui’, ma uno come fa ad assume se tu non crei lavoro, non crei occupazione.
Ti sto a chiede proprio questo, dammi la possibilità di cresce che uno se tu cresci, puoi anche…non capisce il ragazzo». Il capo delle coop è sconcertato e dice alla Cesaretti: «Tu l’hai capito per telefono in due minuti, lui ci ho parlato dieci minuti e non l’ha capito, ma che c…o stamo a dì, vabbè…non ti ho detto nulla». (Claudia Guasco, Il Messaggero).