ROMA – Due diligence si dice in inglese l’investigazione sui conti di un’azienda, il setaccio voce per voce: quella effettuata sull’azienda denominata Partito della Margherita è un monumento alla “cresta” meticolosa, al gonfiamento delle spese seriale. Stando alla revisione effettuata da esperti commercialisti, commissionata da Francesco Rutelli e Enzo Bianco e consegnata ai magistrati, l’ex tesoriere Luigi Lusi era un virtuoso della doppia contabilità, stornando cifre da capogiro tramite la sua società Ttt srl., attraverso l’emissione sistematica di fatture fittizie vestite da consulenze immaginarie e che si guardava bene dal mettere a bilancio.
Qualche esempio illuminante. Per la pubblicità (propaganda cioè per un partito defunto per l’anagrafe politica) i milioni iscritti a bilancio, in totale, sono stati 4,3, mentre le spese reali ammontano a 252 mila euro. Per le spese elettorali a bilancio ci sono 1,1 milioni, di euro effettivamente spesi ne risultano 201 mila. I costi di Internet sono stati gonfiati di sei volte, per una cresta di 150 mila euro. Per l’energia risultano a bilancio spese di 318 mila, la realtà si ferma a 25. Non potevano mancare riparazioni varie: qualcosa da aggiustare c’era, per un valore che non superava gli 81 mila euro, il miracoloso Lusi ne metteva a bilancio ben 225 mila. La moltiplicazione dei pani e dei pesci è stato il tratto dominante dell’attività del tesoriere nel decennio 2001-2011. Alla fine tredici milioni di soldi ottenuti con i rimborsi elettorali hanno preso un indirizzo inaspettato.