Per le Quirinarie (le primarie on line con cui gli attivisti scelsero il candidato M5S alla presidenza della Repubblica), ”una società terza – prosegue Favia – si era proposta gratuitamente per certificare le operazioni di voto, probabilmente per farsi pubblicità: sulle prime l’accettarono, ma poi quando scoprì le falle la cacciarono via, per non mettere in discussione il sistema di voto. Che fa acqua”.
Così ora, nel voto on line sull’espulsione della senatrice Gambaro, ”non c’è nessun organismo terzo a controllare, quando invece l’Abc della democrazia è proprio nella trasparenza delle operazioni di voto. In gioco c’è il destino di una parlamentare della Repubblica, la trasparenza è fondamentale”.