ROMA – M5S perde pezzi e senatori. I 4 che hanno votato contro la maggioranza di governo sul Mes sono chi più chi meno con un piede fuori dalla casa politica. Se Gianluigi Paragone, quello politicamente più vicino a Salvini, nega di volerlo raggiungere, il senatore Ugo Grassi è il primo a fare coming out. Di Maio, alla vigilia del passaggio, aveva parlato di “mercato delle vacche”, oggi chiede al senatore quanto costa al chilo. Urraro e Lucidi, gli altri due dissenzienti, rifiutano di essere etichettati come traditori, ma gli atti parlamentari raccontano altro. Il leader leghista si sfrega le mani e benedice l’arrivo di chiunque non sia sottomesso al Pd.
Grassi: “Salvini mi ha offerto una seconda opportunità”
Il senatore Ugo Grassi ha scritto una lettera in cui ha chiarito la sua decisione di lasciare il M5s e aderire alla Lega: “Il punto è che il mio dissenso non nasce da un mio cambiamento di opinioni – si legge in un passaggio della lettera diffusa dallo staff della Lega – bensì dalla determinazione dei vertici del Movimento di guidare il Paese con la granitica convinzione di essere i depositari del vero e di poter assumere ogni decisione in totale solitudine. Gli effetti di questo modo di procedere sono così gravi ed evidenti (a chi vuol vedere), da non dover neppure essere esposti. Basti l’esempio della gestione dell’ex Ilva per dar conto dell’assenza di una programmazione nella gestione delle crisi”. Il senatore parla inoltre dei mesi del governo Conte 1, quando ha avuto “modo di comprendere che molti dei miei obiettivi politici erano condivisi dal partito partner di governo”. E ancora: “Oggi, forte di una reciproca stima costruita nei mesi appena trascorsi, la Lega mi offre, a fronte di un evidente fallimento della mia iniziale esperienza, una seconda opportunità per raggiungere quegli obiettivi”.
Di Maio: “Dicano quanto costa al chilo un senatore”
“So che ci sono forse altri senatori pronti a passare alla Lega. Se pensano che il M5s non gli dia abbastanza potere, possono passare alla Lega ma non raccontino balle ai cittadini. Dicano chiaramente che il tema non è il Mes ma che gli hanno promesso l’elezione alle prossime regionali o un seggio alle politiche. Dicano quanto costa al chilo un senatore per la Lega. Il mercato delle vacche a cui stiamo assistendo è la solita dinamica dei voltagabbana degli ultimi trenta-quarant’anni e che abbiamo sempre combattuto”. Lo ha detto Luigi Di Maio in un video su facebook.
Conte II, 56 cambi di casacca (18 al mese)
Se nei primi 18 mesi della legislatura il fenomeno dei cambi di gruppo era stato contenuto, con l’avvio dell’esecutivo Conte II tutto è stato stravolto. Da inizio settembre (insediamento del governo) a fine novembre i cambi di casacca sono stati ben 56, più di 18 al mese. Con Grassi sono diventati 57. La maggior parte degli spostamenti sono stati causati dalla nascita di Italia Viva, un evento che ha coinvolto quasi tutti i principali schieramenti politici in Parlamento. Sono entrati a far parte del neo nato movimento di Matteo Renzi eletti del Partito democratico, di Forza Italia, di Liberi e uguali, e anche del Movimento 5 stelle. Proprio quest’ultimo è stato il gruppo che ha subito più perdite negli ultimi mesi. (fonti Agi, Ansa, video Agenzia Vista /Alexander Jakhnagiev)