CHIOGGIA – In Veneto il Movimento 5 Stelle deve fare ancora molta strada per contendere alla Lega Nord il primato nella regione più “anti-sistema” del settentrione. È questo il senso di un’analisi sul voto alle elezioni Comunali del 5 e 19 giugno 2016 di Alvise Fontanella sul Gazzettino. In Veneto, dove pure M5S ha strappato alla Lega il comune più popoloso fra quelli andati al voto in questa tornata, cioè Chioggia, la formazione politica di Grillo e Casaleggio non ha sfondato, prendendo in media il 14,7% del voto di lista. Eppure i grillini già lanciano la sfida a Zaia:
«Ci candidiamo a governare il Veneto, siamo noi l’alternativa alla Lega» proclama il bollettino della vittoria firmato all’indomani del trionfo di Chioggia dal capogruppo regionale Jacopo Berti e dagli altri consiglieri regionali del Movimento.
Vanno distinte infatti le percentuali che hanno preso i sindaci grillini al ballottaggio da quelle che la lista Movimento 5 Stelle ha preso al primo turno. Perché anche a Roma, dove Virginia Raggi ha vinto con il 67%, M5S al primo turno ha preso il 35%. A Chioggia, per esempio, Alessandro Ferro di M5S ha battuto il sindaco uscente Giuseppe Casson (sostenuto dalla Lega) con il 59,8% dei voti al ballottaggio. Ma al primo turno il Movimento di Grillo si era fermato al 20,57% dei voti. Questo perché il meccanismo del doppio turno premia i 5 Stelle, ma alle elezioni regionali la musica è diversa. Spiega Fontanella:
Al secondo turno, quando in lizza rimane il campione del Cinquestelle e un avversario, di destra o di sinistra, la contrapposizione tra i due schieramenti fa sì che l’elettore di sinistra o di destra, piuttosto che votare per il nemico, preferisca dare il voto al candidato Cinquestelle. Ma si tratta di un elettore che due settimane prima aveva messo la crocetta su un altro simbolo, e non ce la rimette solo perché quel simbolo è rimasto fuori dalla finale. È come tifare per il Brasile nella finale con la Germania, se l’Italia è fuori.
Ma alle elezioni regionali il secondo turno non c’è. Non ci sono ballottaggi. Quindi la percentuale che conta, quella che assegna il governatore della Regione e i seggi nel Parlamento regionale, è solo quella del primo, e unico, turno.
Guardando ai numeri di queste elezioni, negli 82 Comuni che sono andati al voto in Veneto solo in 25 – meno di un terzo – il Movimento 5 Stelle presentava una propria lista. In 12 di questi 25 M5S è arrivato ultimo nel voto di lista. Solo a Vigonovo e a Chioggia i 5 Stelle sono riusciti a eleggere un sindaco: con Sarego e Mira fanno 4 Comuni. La Lega ne amministra 76. La strada per i pentastellati è ancora lunga, spiega Fontanella:
Dei 25 Comuni nei quali partecipava alla corsa per il sindaco, solo in cinque il M5s ha ottenuto più del 20 per cento: Chioggia (20,6%), Vigonovo (29,8%), Vigodarzere (26,8%), Garda (24,5%), Isola della Scala (21,5%). In altri 16 Comuni ha ottenuto comunque una percentuale a due cifre: Nanto, Caldogno, San Giovanni Lupatoto, Nogara, Bovolone, Villorba, Oderzo, Adria, Ospedaletto Euganeo, Noventa Padovana, Este, Cartura, Arzergrande, Albignasego, Quarto d’Altino, Campolongo Maggiore.
Numeri importanti, certo, che segnano una svolta nella storia elettorale del Movimento 5stelle in Veneto. E di sicuro, se i sindaci grillini daranno buona prova, questo sarà un ottimo viatico anche per le Regionali e per l’ormai aperta sfida che il Movimento 5 stelle ha lanciato al partito di Luca Zaia. Ma la Lega, in Veneto, è un’altra cosa: la strada, prima di confrontarsi con un partito che domenica ha vinto 4 ballottaggi su sette e in Veneto ha 76 sindaci, contando solo gli iscritti, beh, non è brevissima…
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