Ci sono di mezzo le amicizie, fa notare qualcuno, come si fa a dire palesemente di no a un amico preferendogli un altro candidato che si ritiene più adatto al ruolo? La questione va avanti un bel po’ tra favorevoli e contrari e alla fine si trova la quadra: chi vuole palesa il proprio voto, chi preferisce il voto segreto, faccia pure. Ecco come il Fatto Quotidiano ricostruisce la “querelle” grillina:
Sul voto che doveva chiudersi in un quarto d’ora, si è aperto un dibattito con più di 20 interventi. Ci sono quelli che applaudono alle parole di Crimi. E quelli che invece ragionano come Elena Fattori: “È una questione di rispetto. Se qualcuno non se la sente di palesare il proprio voto, deve essere una scelta personale. Un conto è Berlusconi, qui ci sono di mezzo le amicizie”.
Luis Orellana (da settimane in rotta con il gruppo) attacca direttamente il vecchio amico Crimi: “Quello di Vito è un atteggiamento ricattatorio: se non voti, chissenefrega”. Francesco Campanella ne fa una questione di democrazia: “Il voto segreto serve a evitare condizionamenti, anche solo perché è sgradevole dire a una persona a cui vuoi bene che non lo voti”. Lorenzo Battista torna a prendersela con Crimi: “Tu hai la capacità di intervenire su tutto, condizionando le persone. Sbaglio o ieri avevi da dire la tua anche su chi doveva parlare alla commemorazione di Franca Rame?”. Crimi perde la pazienza, si mette a urlare: “Falso! Sei falso!”. Elisa Bulgarelli è costretta a intervenire. “Se fate lo streaming solo per farvi vedere non lo facciamo più”.
Bartolomeo Pepe si impapina sulla “graticola” dei capigruppo in corsa e rompe il ghiaccio: “Facciamo una grigliata di candidati, votiamo e basta. Ragazzi, dobbiamo lavorare!”. Alessandra Bencini chiede di stringere: “Siamo sempre l’ufficio complicazioni delle cose semplici. Io potrei dire la stessa cosa di Vito: se non passa il voto segreto, non voto. Ma non si fa: siamo vecchi, tra un po’ siamo marci, cerchiamo di fare le cose veloci”. Finisce che chi vuole resta anonimo, chi non vuole no. Pareggiano anche i candidati. Sarà ballottaggio tra due donne, Barbara Lezzi e Paola Taverna.Bartolomeo Pepe si impapina sulla “graticola” dei capigruppo in corsa e rompe il ghiaccio: “Facciamo una grigliata di candidati, votiamo e basta. Ragazzi, dobbiamo lavorare!”. Alessandra Bencini chiede di stringere: “Siamo sempre l’ufficio complicazioni delle cose semplici. Io potrei dire la stessa cosa di Vito: se non passa il voto segreto, non voto. Ma non si fa: siamo vecchi, tra un po’ siamo marci, cerchiamo di fare le cose veloci”. Finisce che chi vuole resta anonimo, chi non vuole no. Pareggiano anche i candidati. Sarà ballottaggio tra due donne, Barbara Lezzi e Paola Taverna.