ROMA – Mafia Capitale: chieste 116 archiviazioni. Molti indagati… per nulla. La Procura di Roma ha chiesto 116 procedimenti di archiviazione per altrettanti inquisiti nell’inchiesta sul cosiddetto “mondi di mezzo” e nota come Mafia Capitale. Ci sono politici, tanti (da Zingaretti in giù), imprenditori e personaggi già noti per altre vicende giudiziarie. La procura, in sostanza, chiede che finisca in archivio una gran fetta dell’inchiesta dove, molti dei nomi degli indagati sono stati fatti dagli imputati, dichiarazioni che evidentemente non hanno trovato il conforto di prove.
In particolare, l’associazione mafiosa era stato già esclusa nei fatti da Raffaele Cantone, il capo dell’anticorruzione che in Parlamento aveva riferito di non essersi mai imbattuto in profili associabili al reato disciplinato dal 416 bis.
Mafia Capitale, una bolla mediatica. A quasi due anni dall’inizio del grande scandalo restano un pugno di imputati con infiltrazioni sempre più ipotetiche, centinaia di articoli e qualche libro di successo: questo l’amaro bilancio tratteggiato da Mattia Feltri su La Stampa (“La bolla di sapone di mafia Capitale”).
A quasi due anni dall’inizio del grande scandalo, della scoperta della piovra coi tentacoli su Roma, resta un pugno di imputati con infiltrazioni sempre più ipotetiche e sempre più rare nell’amministrazione, e restano centinaia di articoli da stracciavesti buoni a gonfiare gli archivi, e resta qualche libro di successo e qualche film d’impatto. Restano, soprattutto, leader del Pd e del Movimento cinque stelle che continuano a rinfacciarsi rapporti con mafia capitale, cioè rapporti col nulla, che è la cifra dei nostri tempi. (Mattia Feltri, La Stampa)
I politici archiviati. Oltre al presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti (corruzione e turbativa d’asta), la Procura ha chiesto di archiviare la posizione di Vincenzo Piso, parlamentare, ex PdL ora gruppo Misto a cui era contestato il finanziamento illecito. Molti i politici nella richiesta di archiviazione: il presidente del Consiglio Regionale, Daniele Leodori (turbativa d’asta), l’ex consigliere comunale con delega per lo sport nella giunta Alemanno, Alessandro Cochi (turbativa d’asta) e l’ex braccio destro di Alemanno, Riccardo Mancini (associazione mafiosa) e il capo della segreteria di Alemanno, Antonio Lucarelli (associazione mafiosa).
Tra gli imprenditori il costruttore Luca Parnasi (corruzione), Presente anche Gennaro Mokbel (riciclaggio), già condannato in primo grado per il caso Tis-Fastweb. Chiesta l’archiviazione per Ernesto Diotallevi (associazione mafiosa). Stesa richiesta per i penalisti Paolo Dell’Anno, Domenico Leto e Michelangelo Curti, finiti nel registro degli indagati per associazione mafiosa.