Lui si chiama Vito Nicastri, su indagine e disposizione di inquirenti e magistrati gli hanno sequestrato un patrimonio di “unmiliardoemezzo” di euro. Un miliardo e mezzo scritto così con una grafia da pazzi perchè è una cifra da pazzi: tremila miliardi delle vecchie lire, poco meno di quanto è costato allo Stato abolire l’Ici sulla prima casa. E come l’ha fatta Nicastri quella montagna, anzi quell’intera catena di montagne di soldi? Con la droga, il pizzo, la prostituzione? No, questo sarebbe “cane che morde uomo”, anche se cane gigantesco e morso da elefante. No, Nicastri quei soldi li ha fatti con le “energie alternative”, cioè con gli impianti eolici e fotovoltaici.
E che c’entra la mafia, niente meno che Matteo Messina Denaro, il boss dei boss ancora latitante che sarebbe il vero “proprietario” dei miliardi a palate di Nicastro con gli impianti eolici e fotovoltaici? Prendevano la tangente sugli appalti, ricattavano le aziende? E che appalti e aziende dovevano mai essere per potersi permettere di pagare tanto? No, non è andata così.
Dicono gli inquirenti che Nicastri di mestiere faceva lo “Sviluppatore”. Sviluppatore e che vuol dire? Che mestiere è? Eccolo che mestiere è: si conosce e si frequenta chi concede permessi e autorizzazioni, si lavora e ara il “territorio”, amministrativo e politico. Si creano le condizioni legali e burocratiche per un impianto di energie alternative. Poi lo si costruisce l’impianto, “chiavi in mano”, fornendo ditte, fornitori, installatori, tecnici e quanto serve. Una volta costruito l’impianto lo si vende, sempre “chiavi in mano” ad una grande impresa, anche multinazionale, del settore. Nel “pacchetto” che la grande impresa paga allo “Sviluppatore” ci sono anche i soldi pubblici di agevolazioni e sostegni che la legislazione prevede per le energie alternative.
E’ l’ultima colossale versione del riciclaggio e pulitura, questo fa lo “Sviluppatore”. Ricicla i suoi rapporti e i suoi “supporti” nella politica locale e nella pubblica amministrazione di territorio. Sono rapporti “grigi” ma vengono buoni e ripuliti perchè prendono la forma di un impianto eolico o fotovoltaico. Poi si riciclano “aderenze” e “segnalazioni” con e di imprese. Imprese forse grigie e forse no, ma che vanno un lavoro pulito e ripuliscono il tutto. Infine l’ultima “lavanderia”: il mercato. Si vende il tutto con annessa garanzia di legge al compratore che lo Stato ci metterà i soldi, finanzierà a norma di legge. Questo fa lo “Sviluppatore” e per mettere in moto la macchina dello “Sviluppo” la mafia c’entra eccome, poi svanisce, non si vede più.
E’ un mestiere redditizio, si accumula infatti un miliardo e mezzo di euro di patrimonio. Quelli che rischiano la pelle spacciando eroina sono dei rozzi dilettanti.