Maggioranza e opposizione d’accordo: tutti pronti ad elogiare le parole di Giorgio Napolitano nel suo discorso di fine anno. A partire dal presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, che ha personalmente espresso il suo apprezzamento a Giorgio Napolitano con una telefonata, subito dopo la diretta televisiva.
Il presidente della Camera, Gianfranco Fini condivide «appieno le parole alte e nobili del Capo dello Stato, il quale si è reso interprete di quel sentimento sempre più diffuso nel paese, che auspica l’avvio di una nuova fase politica, e di riforme istituzionali, basata sul civile e democratico confronto delle opinioni». E sottolinea la necessità di un forte impegno soprattutto per i giovani, richiamata dallo stesso Napolitano. Il portavoce del Pdl invita l’opposizione a collaborare sulla strada delle riforme. Secondo Daniele Capezzone «l’ approccio di Napolitano è convergente con la linea di fondo tenuta dal Governo Berlusconi in questo anno difficilissimo, e che ci sta consentendo di prendere il treno della ripresa prima di molti altri Paesi occidentali». Un invito alle forze politiche ad accogliere il richiamo del Capo dello Stato arriva anche da Italo Bocchino, secondo il quale le riforme non sono più rinviabili. Bocchino considera «saggia ed importante l’indicazione che viene dal Quirinale affinchè ogni riforma tenga conto del giusto equilibrio tra i poteri del governo e quelli del Parlamento, senza trascurare il ruolo degli organismi di garanzia». Secondo il presidente del Senato, Renato Schifani il confronto sulle riforme auspicato da Giorgio Napolitano potrà «iniziare alla ripresa dei lavori parlamentari con la messa all’ordine del giorno, nella commissione Affari Costituzionali del Senato, di quelle che sono le varie proposte della maggioranza e dell’opposizione».
Il ministro per i Beni culturali, Sandro Bondi rileva che ora, tutti coloro che si sono riconosciuti «nelle parole sagge ed equilibrate del capo dello Stato, in particolare quando ha ricordato la necessità che la politica recuperi uno stile misurato, rispettoso e sobrio per aprire una nuova stagione politica»» hanno «il dovere di non allontanarsi dal sentiero stretto, difficile ma necessario per migliorare l’Italia». Dal Pd il segretario Pier Luigi Bersani sottolinea che «il richiamo al lavoro dei giovani e alle condizioni del Mezzogiorno non può restare inevaso». E invita il Governo a lasciare «il terreno sgombro da altri problemi» e a dedicare «il prossimo anno alle questioni cruciali che il Presidente ha indicato». Suggerisce inoltre a Governo e Parlamento di stabilire «un’agenda sui temi sociali a partire dal punto di vista delle nuove generazioni colpite in modo più pesante dalla crisi». Il Pd, sottolinea metterà questa materia al centro e ribadisce «l’impegno a concorrere ad un ammodernamento delle nostre istituzioni secondo le linee che il Presidente ha tracciato con nettezza».