Mancino replica a Brunetta, dopo le accuse rivolte dal ministro della Pubblica amministrazione ai magistrati, definiti “montati” e sorretti da un “sindacato mostro”. «La veemenza e la violenza anche verbale non facilitano il confronto costruttivo che sempre deve caratterizzare il rapporto fra le istituzioni», afferma in una nota il vicepresidente del Csm Nicola Mancino.
«È interesse comune che il rapporto fra politica e giustizia si svolga sul binario del dialogo e non della contrapposizione preconcetta. Per quanto riguarda, poi, il tema delle correnti presenti nella magistratura, mentre occorre un impegno comune per sconfiggere ogni degenerazione, non si può certo definire tale il pluralismo all’interno della libertà associativa, bene costituzionalmente garantito ai magistrati come ad ogni cittadino. Le correnti si giustificano solo come filoni culturali, vanno combattute quando tralignano, ma non si possono certo evitare per decreto legge», conclude Mancino.