Un Senato sonnolento approva la Manovra. Ma la vera prova è alla Bce

Il Senato nel pomeriggio di mercoledì (Foto Lapresse)

ROMA – L’Aula approva la manovra, dopo le modifiche dell’ultim’ora, in una delle sedute più sonnolente che il Senato ricordi. 165 i sì, 141 i no, è passato il maxiemendamento. Pochi i presenti nel pomeriggio, a inizio discussione, solo qualche sedia occupata. Per il resto una distesa di assenti fino al momento finale quando le file si sono pian piano riempite.

Giovedì al board della Bce Tremonti può finalmente arrivare con un testo approvato (anche se ancora manca il voto della Camera) e non con una semplice bozza, cosa che dovrebbe rassicurare l’Europa e soprattutto convincere la Banca centrale a continuare a comprare titoli di Stato italiani. Nelle ultime modifiche del governo l’aumento di un punto di Iva (dal 20 al 21%), l’aumento dell’età pensionabile delle donne nel settore privato (a 65 anni a partire gradualmente dal 2014), il contributo del 3% per i redditi sopra i 300mila euro. In tutto la manovra è di 54,3 miliardi. Dopo le infinite versioni e correzioni il governo ha finalmente messo il punto al testo.

Ma l’approvazione della manovra non ha certo coinciso con una delle giornate più frenetiche del Senato. Il “la” alle danze lo ha dato, dopo le 17, il leghista Vaccarella, unico del suo partito a essersi immolato alla causa. Nel centrodestra si contavano allora in tutto circa 7 onorevoli. In alto si notava Alberto Tedesco, il deputato ex Pd ora gruppo misto per il quale era stato chiesto l’arresto. Allora il Senato rifiutò l’ok alle manette, lui oggi si aggirava solitario tra le poltrone.

Un sussulto ha scosso l’Aula poco dopo le 18, in rappresentanza del governo erano appena arrivati Tremonti, Calderoli, Romani, Brunetta. Pochi ma vogliosi di chiacchierare, forse delle vacanze appena finite, i senatori vengono ufficialmente ripresi dal presidente Schifani verso le 18,30. “Questo non è un luogo d’incontro, è un ramo del Parlamento. Mi spiace doverlo dire, specie in diretta tv… E continua!… Se non la smettete non do la parola al collega Rutelli”. Dopo le 19 la serata si è animata  con il Pd Luigi Zanda che parla di Scilipoti ma la Lega lo ha fermato subito: “Pensa a Penati, pirla”. L’emiciclo si è progressivamente riempito quando si è avvicinato il momento del voto.

In compenso fuori dall’Aula la polizia si è data da fare per disperdere i manifestanti nel frattempo riuniti lungo corso Rinascimento per protestare. Lancio di mortaretti e di bengala verso il Senato. Sarebbero in tutto un centinaio le persone che poi si sono dirette alla Camera e verso palazzo Grazioli.

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Elisa D'Alto