
Dal ministero nessuna rassicurazione per l’ente teatrale italiano, soppresso dalla manovra finanziaria del governo. Così, mentre il presidente Giuseppe Ferrazza manda appelli ai politici, dal presidente della Repubblica Napolitano, al ministro Bondi e alle Camere sperando in un emendamento che ‘sfili’ l’ente dalla lista dei soppressi, i lavoratori incrociano le braccia, decisi a bloccare tutte le attività .
Il primo effetto si vedrà al Valle di Roma, dove il 14 giugno verrà annullata la serata delle nomination del premio ‘Giganti del teatro”. E intanto si organizzano manifestazioni nei teatri di Roma, Firenze e Bologna, con attori e registi chiamati a testimoniare solidarietà . “Nessuna condanna a morte, la manovra è aperta – commenta il sottosegretario ai beni culturali Francesco Giro -Ma bisogna uscire dall’ipocrisia, vedere la realtà delle cose che tutti conoscono”.
Conti alla mano, il sottosegretario spiega che le cose, fino ad ora, “non sono andate bene”. L’Eti riceve ogni anno dal ministero “11 milioni di euro – dice – e ne spende 9.8 solo per il personale”, lo stesso problema imputato al mondo della lirica. Poi c’é il problema del Duse di Bologna, (uno dei tre teatri ancora gestiti dall’ente gli altri due sono il Valle di Roma e la Pergola di Firenze ndr) i cui risultati non sono buoni. Insomma: secondo Giro “una realtà importante che però non ha funzionato a dovere. Si può salvare, ma deve muoversi su basi completamente diverse dal passato”.
Tant’é, nel mondo della cultura la mobilitazione è sentita. L’appello lanciato sul web ha raccolto in un paio di giorni quasi 4mila adesioni. Firme di peso, da Mario Martone a Marco Bellocchio, da Roberto Faenza a Toni Servillo, Renato Quaglia, Licia Maglietta,Lidia Ravera, Alessandro Bergonzoni. Poi c’é il gruppo su Facebook, ‘Sosteniamo l’ente teatrale italiano sosteniamo la culturà , che ha superato le 4500 adesioni. Il tam tam si allarga, in molti assicurano la loro presenza il 7 sera a Roma al Valle, l’8 mattina a Firenze a La Pergola, il 9 sera a Bologna al Duse.
Si spera anche in un aiuto di Roberto Benigni, che l’11 giugno sarà in scena proprio al Valle con la sua Divina Commedia. Dai politici pochi appelli ma bipartisan: “Sopprimere l’ETI è una follia, così come tagliare fondi in maniera indiscriminata senza creare un sistema alternativo”, dice Luca Barbareschi (Pdl). La decisione di sopprimere l’Eti, è una “cartina di tornasole dell’atteggiamento arrogante e pregiudizialmente ostile di questa maggioranza di destra verso una parte dell’Italia percepita come nemica”, nota dal Pd Vincenzo Vita. “Non c’é risparmio, ma solo la voglia di vendetta verso artisti, intellettuali e lavoratori impegnati in un campo decisivo per il futuro dell’Italia”. Il 7 la protesta si sposta in piazza con la grande manifestazione unitaria per lo spettacolo indetta dai sindacati insieme con Movem09, Usigrai e Fnsi. I lavoratori dell’Eti saranno anche lì.
