Manovra, Frattini: 'Sportello unico per Made in Italy'

ROMA – Uno ''sportello unico'', ''un'autostrada che collega l'Italia con ciascuno dei Paesi dove va il made in Italy'', che ''non puo' che essere la sede dell'ambasciata''. Il ministro degli Esteri Franco Frattini illustra al Sole 24 Ore il passaggio dell'Istituto del commercio estero (Ice) alla Farnesina, respingendo l'idea del ''braccio di ferro'' col ministro Romani.

''L'idea e' partita dieci anni fa – spiega -, quindi ben prima dell'arrivo del ministro Paolo Romani allo Sviluppo economico. Fu il presidente Berlusconi, allora ministro degli Esteri ad interim a pensare a questa soluzione: prima di passarmi il testimone mi disse che la diplomazia economica era, ed e', la nuova frontiera della Farnesina. Questo disegno di Berlusconi il ministro Romani lo conosceva bene e non poteva non condividerlo''.

Il nuovo sistema, sottolinea Frattini, sara' valido soprattutto nei Paesi emergenti in cui cresce la presenza del made in Italy: ''Quando noi andiamo nei paesi del Golfo, in Cina, in India, in Russia, e' chiaro che in quei Paesi i sistemi sono tali per cui se dietro una iniziativa italiana c'e' il governo, attraverso il suo ambasciatore, e' una rassicurazione sulla solidita' della proposta''.

La soppressione dell'Ice ''armonizza un sistema che andava riformato – aggiunge -. E' stata scelta questa strada in alternativa a quella ventilata di una sorta di autoriforma. Il personale sara' salvaguardato e passera' integralmente al ministero per lo Sviluppo Economico. Sul fronte dei risparmi, noi puntiamo al recupero di un terzo del budget dell'Ice, che e' di 60 milioni. Quindi per ora 20 milioni, che possiamo riversare per la promozione del made in Italy''.

A Roma ''ci sara' una cabina di regia centrale'', prosegue Frattini, mentre sull'organizzazione concreta degli uffici all'estero, il titolare della Farnesina spiega che si valuteranno soluzioni ''caso per caso'': ''In alcune capitali si puo' pensare di creare una Palazzo Italia, o una Casa Italia, centralizzando tutto, dagli uffici diplomatici a quelli commerciali e laddove ci sono anche quelli dell'Enit''.

Sulla situazione delle imprese italiane in Libia, aggiunge, ''stiamo varando una norma, che sara' inserita nel decreto missioni, che permettera' di utilizzare i beni congelati a garanzia di prestiti che saranno effettuati a favore del Cnt, e pensiamo ai 300 milioni da parte di Unicredit e i 150 milioni di carburanti da parte dell'Eni''.

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luiss_vcontursi