Manovra, Cei: “Poco equa”. Giammanco (Pdl): “La Chiesa pagasse l’Ici”

ROMA – Secondo la Cei la manovra non va tanto bene: secondo monsignor Giancarlo Bregantini, reponsabile della Commissione Cei per i Problemi sociali e il Lavoro, ”poteva essere più equa, si è fatto ancora poco”. Poi traduce il pensiero: ”si poteva fare di più sui redditi alti”. A tal proposito, Gabriella Giammanco, deputato Pdl, aveva invece proposto che la Chiesa pagasse l’Ici sui propri immobili.

Secondo mons. Bregantini, dalla presentazione della manovra si ricava l’impressione che ”si poteva fare di piu’ sui redditi alti con l’Irpef” mentre, aggiunge, ”bisogna essere molto attenti sulle pensioni e forse le misure andavano presentate in contemporanea con quelle per la ripresa. Sarebbe stato forse piu’ opportuno mettere tutte e due le mani insieme, la mano sul fisco e sulla crescita”. ”A questo punto – prosegue il responsabile Cei – si deve puntare sulla seconda fase organizzando molto bene l’aspetto della ripresa”, essendo ”propositivi”. ”Il mondo sindacale guarda con preoccupazione” alle mosse del governo, osserva ancora l’arcivescovo, ”ma sarebbe opportuno dialogare per poter arrivare a delle proposte precise soprattutto nel settore dove tutti facciamo fatica, quello della precarieta’ giovanile”. Bregantini auspica inoltre nuove misure a favore della famiglia e il sostegno della politica al governo Monti.

Più positivo il commento del Sir, l’agenzia dei giornali cattolici: ”Il segnale è arrivato”, ”chiaro e forte”, e’ arrivato all”’Europa”, ”al sistema politico italiano” e ”ai cittadini”. Ma ”la strada e’ lunga e ardua per tutti”. L’agenzia dei settimanali cattolici osserva inoltre che ora ”le parole-chiave servizio, responsabilità, condivisione, coesione, giustizia, equità, libertà diventano anche criteri di giudizio per valutare il governo e la politica. E anche per auto-valutarci, tutti e ciascuno. In un sistema connesso e globalizzato, infatti, tutti contano, tanto”.

”Il segnale e’ arrivato” e’ il titolo della nota del Sir, che precisa: e’ arrivato ”all’Europa, prima di tutto. Confusa e frastornata, la leadership dell’Eurozona ha bisogno dell’Italia, non solo per tenere la sostenibilità dell’Euro, ma anche e soprattutto per consolidare definitivamente questa realtà così cruciale. C’è bisogno dell’Italia per fare l’Europa, e l’Italia deve essere in grado di giocare la sua partita”. Il segnale è arrivato ”anche al sistema politico italiano: il governo ‘tecnico’ ha saputo parlare alle tre maggiori gambe della sua maggioranza e alle parti sociali, dando così corpo a quella fase politica intermedia che dovrà portare a riarticolare l’offerta con la prossima legislatura”. E il segnale ”è arrivato anche ai cittadini, che hanno bisogno di fiducia, avere fiducia nei propri mezzi per poter lavorare e avere fiducia nei governanti”.

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Alberto Francavilla