ROMA – La ''teoria di Bersani'' sulla ''bomba a orologeria'' e sugli ''impegni post elettorali'' ''non ha senso''. Lo afferma il ministro del Lavoro Maurizio Sacconi che a proposito della manovra spiega al Corriere della Sera che ''l'articolazione temporale'' decisa e' stata ''concordata con la Commissione europea'': ''Gli interventi nel 2011 e 2012 sono di semplice manutenzione perche' hanno avuto efficacia le manovre gia' fatte – precisa -. Per il 2013 e il 2014 sono state predisposte riforme che ora si tratta di applicare e cifrare con l'aggiunta di ulteriori interventi e soprattutto della riforma fiscale''.
Sulla manovra, aggiunge il ministro, ''incide in parte la delega sulla riforma fiscale e dell'assistenza'' che ''riguarda sia la rimodulazione delle aliquote fiscali, che il disboscamento dei 161 miliardi di agevolazioni fiscali che va correlato con la riorganizzazione delle prestazioni sociali''. Un intervento strutturale che riguarda ''quattro grandi aggregati della spesa pubblica'': ''Omologando l'eta' di pensione di uomini e donne, anche se dopo il 2030, si stabilizzano definitivamente i conti previdenziali. La sanita' cresce di 2 miliardi dal 2012, molto meno dei vecchi ritmi perche' entrano in vigore i costi standard legati alla riforma del federalismo fiscale. La stessa finanza locale puo' essere contenuta grazie ai fabbisogni standard del federalismo municipale destinato ad accorpare anche le funzioni dei comuni''.
E poi ''il pubblico impiego che prevede si' il blocco a livello centrale, ma consente la contrattazione a livello locale per redistribuire la meta' delle economie prodotte dalle razionalizzazioni''.
Da Standard &Poor's, osserva Sacconi, non sono arrivate solo critiche alla manovra, ma anche ''molti apprezzamenti''. Poi il ministro sottolinea la presenza nel testo di due ''importanti liberalizzazioni'': ''quella del collocamento per sbloccare i nostri 85 operatori privati contro i 10 mila della Germania'' e gli orari dei negozi nelle citta' d'arte e turistiche. Sui tagli alla politica cambiano gia' in concreto ''l'impiego dei mezzi, l'assetto delle remunerazioni delle funzioni pubbliche elettive e non'', assicura.
Infine Sacconi guarda all'acclamazione di Alfano come a un nuovo inizio: ''intanto il nuovo segretario politico e' partito con il piede giusto – dice – l'ambizione di costruire l'unita' politica di tutti i moderati e i riformisti che si riconoscono nel popolarismo europeo''.
