A dispetto del radicato pregiudizio con cui venne salutato il suo ingresso in politica, Mara Carfagna si sta ritagliando sempre di più un ruolo di prima piano nel Pdl, soprattutto in Campania. Dove è diventata il vero “uomo forte” del fronte berlusconiano. Sono lontani i tempi dei sorrisi maliziosi che ne accompagnavano le prime sortite e delle voci che attribuivano la sua presenza in Parlamento e poi addirittura al Governo, all’amicizia con Berlusconi. Ora tutti si devono ricredere. La trentacinquenne di bell’aspetto ma di nulla esperienza politica è una “sgobbona”, come assicura chi la conosce bene e ha faticato per strapparsi di dosso l’etichetta di raccomandata del capo.
Alle ultime elezioni regionali ha raccolto più voti di tutti in Italia. Con le sue 55 mila preferenze, gli uomini hanno dovuto fare i conti con lei. Nel frattempo si è guadagnata pure il rispetto dell’avversario, che non la snobba più a suon di battute. Dalla Concia a Franceschini, nel Pd hanno smesso di guardarla dall’alto in basso. E anche i suoi alleati in Campania sono stati costretti a farlo. Nella guerra intestina tra Caldoro e Cosentino, la Carfagna si è schierata apertamente con il primo. Il fango delle ultime ore schizzato sull’immagine di Cosentino dà ragione a lei, che adesso ne invoca, con autorità, il fatidico passo indietro.
Anche sulla sua amicizia con Italo Bocchino si è ironizzato, in termini, diciamo così, più gossippari che politici. Lei non rinnega niente, ma non ha esitato un attimo a sconfessare su tutta la linea l’irricevibile, dal suo punto di vista, controcanto quotidiano e martellante ai danni della politica di Berlusconi. I finiani sono il nemico adesso e la Carfagna non fa sconti a nessuno. E non si cura più di chi la immagina sempre mezza svestita su qualche rivista patinata: la ragazza resta bella, ma tutt’altro che svampita.