Marea nera, guai legali per Bp e Transocean: 26 cause intentate contro di loro

La società britannica Bp, che ha affittato la piattaforma petrolifera Deepwater Horizon esplosa e poi affondata nel Golfo del Messico al largo della Louisiana, e la società svizzera Transocean, che ne è proprietaria, dovranno affrontare almeno 26 azioni legali intentate contro di loro, con accuse che vanno dal disastro ai danni personali.

Dal Texas alla Florida, sono a decine le società che hanno denunciato le due compagnie: cooperative di pescatori, enti di turismo marittimo e commerciale, titolari di impianti turistici che si affacciano sulle coste americane del Golfo del Messico.

Secondo l’avvocato Keith Hall, un legale di New Orleans coinvolto a suo tempo in azioni giudiziarie in seguito al disastro della Exxon Valdez, la Bp deve essere considerata la principale responsabile dei danni causati dalla fuga di petrolio.

In base alla legge americana denominata “Oil Pollution Act”, infatti, il solo fatto che il petrolio fuoriuscito in mare sia di proprietà della Bp basta a ritenerla responsabile delle conseguenze dell’incidente. Nè il portavoce della Bp negli Stati Uniti, nè il portavoce della Transocean hanno voluto commentare le affermazioni del legale.

La Bp (British Petroleum) è il quarto gruppo energetico al mondo. Ha chiuso il primo trimestre di quest’anno con un utile netto di 6,08 miliardi di dollari. È la più grande società per azioni del Regno Unito, ed è uno dei sei supergruppi mondiali.

La Transocean Ltd è la più grande compagnia di trivellazioni off shore al mondo. A maggioranza svizzera, nasce dal gruppo americano Sonat Offshore Drilling, che aveva sede a Birmingham, in Alabama. Il gruppo nel 1996 acquistò la norvegese Transocean e ne adottò il nome. Dà lavoro a 26.300 dipendenti, è proprietaria di una flotta di 136 vascelli navi imbarcazioni e ha la sua sede principale a Houston, in Texas. Nel dicembre del 2008 è stata incorporata alla elvetica Zug. Ha uffici in 20 Paesi.

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Sandro