La querelle tra Marina Berlusconi e Roberto Saviano ha prepotentemente rilanciato l’ipotesi della candidatura della figlia del premier, Marina, alla successione del padre. Ne è convinto Filippo Ceccarelli che, in un articolo su ‘La Repubblica’, analizza come, a intervalli regolari, gli ambienti vicini al premier, in primis i giornali “di famiglia”, stiano, con un “gioco di specchi”, tentando di “pompare” la candidatura della giovane di casa Berlusconi. E Ceccarelli si chiede: è il segno che l’epoca di Silvio è al tramonto?
A rilanciare prepotentemente l’idea di una Marina che possa prendere il posto di Silvio, è stato domenica ‘Il Giornale’ che nella prima pagina ha sparato questo titolo: “Scende in campo Marina B.”. Secondo l’analisi di Ceccarelli è questo un tentativo dei media che girano intorno alla famiglia Berlusconi, per testare la successione di Marina al trono paterno. Una mossa mediatica che, ricorda ‘La Repubblica’, che non è nuova.
Scrive infatti Ceccarelli: “Già due mesi orsono in ambito berlusconiano (ancora Sallusti, Prestigiacomo, Stracquadanio) la eventuale soluzione della primogenita presidentessa Mondadori, nonché consigliera di Mediobanca, ben piazzata nelle classifiche Forbes sulle donne potenti e fresca vincitrice di Ambrogino d’oro, fu larvatamente segnalata e sollecitata – e non esattamente per i suoi meriti, che pure ci saranno, ma per la situazione di grave disagio in cui si era andato a cacciare l’anziano leader e genitore con il Ruby-gate. Erano pure i giorni di Pompei, neanche a farlo apposta, e in quella specie di sogno selvaggio che da qualche tempo sono le cronache politiche dei giornali andavano affollandosi le più torve e buffonesche ricadute del bunga bunga. I primi filmati dei convogli di Lele Mora a Villa San Martino; la nota di smentita ufficiale attraverso cui il ministro dell’Economia Tremonti negava di aver usato il termine “puttanella” in un colloquio con l’ex presidente della Camera Casini; la possibilità che Noemi facesse causa a Ruby per alcune sue incaute valutazioni; l’arrivo nei pornoshop dell’antesignano video ispirato ai festini di Villa San Martino, starring Richard Malone e Nikki Cox; la risposta forse tardiva, ma certo originale del leader del Pd Bersani che aveva ritenuto di partecipare a una festa da ballo al centro anziani di Pietralata, festa significativamente intitolata: “Chi Ruby e chi la Rumba“.
“Ecco – continua Ceccarelli – in questa temperie di gioviale e imbarbarito estraniamento bastò che Marina insorgesse a difesa del padre contro una battutaccia dell’onorevole Bocchino perché l’ipotesi di un passaggio di potere in famiglia si affacciasse dalla finestra che dà sullo scombinato paesaggio politico italiano. Poi però dalla porta maestra dell’azienda berlusconiana, cioè dalla Fininvest, tale possibilità venne risolutamente esclusa con un comunicato che diceva: “Dobbiamo ribadire che non c’è nulla di vero. Si tratta di semplici illazioni e di ipotesi che non sono mai esistite“.