Mario Borghezio scrive a Napolitano: “Quando aggrediscono noi, giudici inerti”

Mario Borghezio scrive a Napolitano: “Quando aggrediscono noi giudici inerti”

ROMA- Mario Borghezio, eurodeputato del Carroccio, scrive al capo dello Stato, Giorgio Napolitano, citando il caso Kyenge per il quale il suo collega, Roberto Calderoli è ora indagato dalla Procura di Bergamo per diffamazione aggravata dall’odio razziale. Borghezio, nella sua lettera, lamenta l’inerzia della magistratura quando è la Lega ad essere aggredita. E’ giusto che la Lega si scusi per le sue dichiarazioni sbagliate, sostiene Borghezio, ma nulla è stato fatto dalla magistratura a seguito di casi “ben più gravi”, aggressioni reali e non solo verbali subite da esponenti del Carroccio. Il riferimento è ad un’aggressione di cui Borghezio sarebbe stato vittima nel dicembre 2005, mentre si trovava a bordo di un treno. Borghezio è stato a sua volta sospeso dal gruppo parlamentare europeo proprio per le sue frasi razziste contro il ministro Cecile Kyenge.

Di seguito il testo integrale della lettera:

Illustrissimo Presidente – premette – recenti episodi, anche da Lei stigmatizzati pur con il Suo garbo di galantuomo, hanno Visto esponenti della Lega Nord nell’occhio del ciclone mediatico per dichiarazioni verbali, non certo azioni concrete, da molti ritenute gravi e censurabili. In tutti questi casi, nessuno escluso, noi della Lega Nord abbiamo riconosciuto l’errore commesso e ce ne siamo civilmente scusati, riconoscendo il nostro errore. Pendono, però altri casi, ben più gravi, e questi invece ci vedono personalmente, come esponenti della Lega Nord oggetto di aggressioni e queste non solo verbali su cui la Magistratura, nell’assoluto silenzio compiacente-compiaciuto di tutte le forze politiche, o è inerte (voce del verbo insabbiare a fini di prescrizione) o, addirittura assolve gli aggressori con motivazioni indegne della nostra tradizione giuridica”.

Borghezio si dice pronto a fornire al Quirinale l’elenco dettagliato di questi episodi e ne sottolinea uno di cui proprio l’europarlamentare è stato vittima, quando il 17 dicembre 2005 fu aggredito su un treno. E ricorda che non è nemmeno cominciato il processo di primo grado,

“mi sembra una non irrilevante lesione dei miei diritti di cittadino di questo Stato e dell’Unione Europea”. “A titolo puramente personale e quindi non coinvolgendo in ciò la Lega Nord – Le significo che – ove non vi sia un intervento correttivo di anomali comportamenti istituzionali lesivi dei diritti di chi, come me, in quanto vittima leghista di questi reati, non Vede attivarsi la Competente Autorità giudiziaria mi riterrò moralmente e politicamente legittimato a provvedere di persona al ristoro dei danni subiti e speriamo di no subendi in futuro”. 

Published by
Daniela Lauria