Sulla vicenda del gruppo “Uccidiamo Berlusconi” su Facebook sta per calare il sipario. Il ministro dell’Interno Maroni ha annunciato provvedimenti: «Abbiamo dato disposizioni perché il sito contenente minacce al premier apparso su Facebook venga subito chiuso e denunciati alla magistratura quelli che sono intervenuti».
Nel corso di una conferenza stampa all’Aquila, Maroni ha confermato la massima attenzione da parte delle forze dell’ordine per questi fatti. Il ministro ha parlato di “apologia di reato” e di un “problema di cultura”.
Su Facebook intanto i sostenitori del gruppo promettono battaglia: «Ne apriremo un altro, e poi un altro ancora, finché Berlusconi non muore». Per par condicio, è nato un gruppo dal nome programmatico: “A morte Marco Travaglio”. Per ora ha raccolto 82 adesioni.
A rassenerare il clima ci pensano gli aficionados del Cavaliere: “Non odiare Silvio” non sembra infatti un grido di battaglia all’altezza dello scontro ideologico virtuale in atto. Meglio (si fa per dire) “Sopprimiamo Franceschini” aperto a fine maggio che ha raggiunto quasi 25oo adesioni. Per la cronaca è apparso anche un “God save Vincenzo Visco”.