Maroni: “La Lega contraria all’ora di religione islamica a scuola. Il Veneto al Carroccio? Sarebbe legittimo”

Il ministro dell’Interno Robert Maroni, intervistato alla trasmissione “Mattino 5” è tornato sul tanto discusso discorso dell’ora di religione islemica nelle scuole italiane: “La Lega è nettamente contraria alla proposta di inserire l’ora di religione islamica a scuola. Mentre l’ora di religione cattolica rappresenta un’entità, la Chiesa, che ha una gerarchia, dei valori precisi che si possono trasmettere, quello dell’imam è un mondo tutto diverso, l’imam interpreta il Corano liberamente, non c’è una serie di dogmi, non c’è un messaggio chiaro da trasmettere”.

Se la proposta, ha aggiunto Maroni, “servisse a migliorare l’integrazione saremmo tutti d’accordo ma questo è certamente il modo più sbagliato per farlo”.

Il ministro ha poi parlato della rivendicazione della Lega per la presidenza della regione Veneto: “Non è una scandalo ma è assolutamente legittima. Governiamo assieme al presidente Galan da 10 anni, la Lega ha 4 presidenti di provincia su sette nel Veneto e un centinaio di sindaci, tra cui quello di Verona; non mi pare che sia uno scandalo per un partito come la Lega chiedere la presidenza di una regione dopo che stiamo dimostrando tutti i giorni che siamo capaci di governare. Noi aspettiamo con tranquillità la decisione che prenderanno Bossi, Fini e Berlusconi”.

Poi una battuta sul tema del terrorismo, in seguito ai recenti fatti di Milano e alle minacce a Fini, Berlusconi e bossi: “Non c’è un bel clima – ha spiegato Maroni – sono segnali preoccupanti ma noi faremo di tutto per impedire che ritorni una stagione che tutti vogliamo appartenga ormai solo al passato. Stiamo seguendo con grande attenzione anche episodi avvenuti nel passato recente”.

Maroni ha poi parlato di “sviluppi interessanti” in relazione all’attentato alla caserma milanese, che si ricondurrebbe invece a terrorismo di matrice islamica. Le indagini stanno dimostrando “che c’era un vera e propria cellula intorno al terrorista che non era un lupo solitario come sbrigativamente si è detto all’inizio”, ha spiegato. “La cosa più preoccupante – ha aggiunto il ministro -è che questa persona era in Italia da 10 anni, era ben integrato, parla bene l’italiano, ha avuto rapporti economici: se fosse oggi vigente la normativa che prevede la riduzione a 5 anni per avere la cittadinanza sarebbe probabilmente anche un cittadino italiano e questo richiama subito alla mente gli atti terroristici avvenuti in Inghilterra nel 2005, con terroristi nati e cresciuti in Inghilterra. Questa è la prospettiva e per questo dobbiamo intensificare i controlli: lo stiamo facendo e dobbiamo garantire che chi viene in Italia, venga per lavorare e integrarsi bene, dobbiamo creare gli strumenti per un’integrazione vera non apparente”.

Rispondendo alle domande, Maroni ha ricordato che “ci sono tante proposte in discussione in parlamento, ad esempio la mappature moschee o una procedura piu’ rigorosa per l’apertura delle moschee: il problema – ha sottolineato – non e’ tanto la moschea come luogo culto ma che intorno alla moschea ci sono aggregazioni, centri culturali, situazioni promiscue in cui non è facile distinguere cosa e’ preghiera da cosa è attività di altro tipo, anche reclutamento o predicazaione al di fuori del circuito della moschea. E’ un mondo complesso, ha mille sfaccettature” – ha concluso – su cui ci sono “troppi pressapochismi, troppe approssimazioni”.

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Alessandro Avico