Napolitano l’ha detto, l’ha ripetuto, ma stavolta le sue parole hanno avuto un effetto più roboante del solito. “La legislatura ĆØ a rischio se non si abbassano i toni”, ha detto Napolitano. “Lui non può dirmi cosa fare, nĆØ mandarmi via”, ha detto stizzito Berlusconi. In realtĆ il rischio che la legislatura finisca “c’ĆØ ed ĆØ reale”. Lo ha ribadito il ministro dell’Interno Roberto Maroni intervistato da Fabio Fazio a “Che tempo che fa”.
“Una situazione di conflitto permanente determina questo rischio. Lo dico da ministro dell’Interno prima che da dirigente della Lega”. In caso di elezioni, ha spiegato il titolare del Viminale, “sarĆ Berlusconi a decidere se ricandidarsi, nello schieramento di centrodestra ci sono tante persone, ma in democrazia ci sono delle regole e l’unico che può escludere Berlusconi ĆØ lo stesso Berlusconi”.
Proprio sulla possibilitĆ di andare al voto anticipato, il ministro ha voluto mettere le cose in chiaro. Nonostante avesse detto “fin dallo scorso luglio che la soluzione migliore sarebbe stata quella delle elezioni”, la Lega non ha staccato la spina perchĆ© “ĆØ un partito responsabile”. “C’era di mezzo l’approvazione del federalismo e abbiamo visto come ĆØ complesso questo iter – ha aggiunto – Noi non guardiamo la convenienza elettorale, avremmo potuto staccare la spina, andare a elezioni e prendere più voti. Ma prendere più voti non significa riuscire a governare meglio e in modo più efficace”.
Poi un altro tema che assilla Berlusconi oltre allo scontro istituzionale con Napolitano: il caso Ruby. “Le imputazioni nei confronti di Silvio Berlusconi da parte della Procura di Milano sono molto deboli e non hanno sostanza”. Maroni ha aggiunto che, a suo giudizio, la “competenza ĆØ del Tribunale dei ministri”. “Voglio ancora sottolineare – ha detto a Fabio Fazio – che dalle indagini della Procura di Milano nessuno ha violato le procedure, la sera del 27 maggio in Questura. Nipote o non nipote – ha insistito riferendosi alla parentela con Hosni Mubarak che avrebbe evocato Berlusconi -, in Questura hanno fatto quello che dovevano fare”.
Il ministro ĆØ tornato dunque ad assolvere il comportamento dei funzionari della Questura milanese che, la notte tra il 27 e il 28 maggio, hanno rilasciato la minorenne Ruby affidandola alla consigliera regionale Nicole Minetti. A Fazio che gli chiedeva se davvero Berlusconi credeva che Ruby fosse nipote di Mubarak, Maroni ha replicato secco: “CosƬ ha dichiarato”. Quella sera, conclude Maroni, “ĆØ stato fatto quello che andava fatto e non c’ĆØ nulla da eccepire nel comportamento di chi ha ricevuto quella telefonata”.
