Doveva essere un semplice programma tv. Adesso sta diventando una questione di Stato. Vieni via con me, la trasmissione di Fabio Fazio e Roberto Saviano finisce sul tavolo del presidente della Repubblica Giorgio Napolitano. Lo chiede il ministro dell’Interno Roberto Maroni, stizzito dalla replica di Rai Tre, non intenzionata a concedergli la replica dopo le accuse alla Lega, parole infamanti secondo il ministro, pronunciate durante la trasmissione da Saviano.
Maroni aveva già risposto per le rime nelle prime ore successive alla trasmissione chiedendo il “contraddittorio”. Dopo il no del capostruttura di Rai Tre, Loris Mazzetti, ora rincara la dose: “Chiederò al Presidente della Repubblica se una accusa così infamante sia compatibile con una funzione come quella di ministro dell’Interno che sto sostenendo”. Poi, dai microfoni di Radio Padania una nuova bordata: ”Mi auguro che prevalga il senso di responsabilità da parte della Rai, ho sentito che i responsabili forse non mi consentiranno il diritto di replica a Saviano. Saremmo di fronte alla nuova inquisizione, dove un partito viene condannato senza possibilita’ di difendersi. Alla faccia del servizio pubblico!”.
Il conduttore, dal canto suo, si dice “stupito e allarmato” per le parole di Maroni. ” Non capisco di quali infamie parli. Temo che abbia visto un’altra trasmissione” spiega Saviano che aggiunge: ”Lo invito a rivederla e riascoltarla: io ho parlato solo di fatti, frutto di un’inchiesta giudiziaria dell’Antimafia di Milano e Reggio Calabria sul nuovo assetto della ‘Ndrangheta e sulla sua presenza culturale, politica ed economica in Lombardia. Fatti che – conclude Saviano – dovrebbero preoccupare il ministro dell’Interno invece di spingerlo ad accusare chi li denuncia”.