Poi la Rai riprese il cammino di sempre. Le quote di competenza dei partiti vennero rigorosamente rispettate tanto nelle assunzioni quanto nella assegnazione degli appalti e degli incarichi di vertice. Niente di male, è un prezzo della democrazia, anche se nel settore privato si chiamano rapporti con parti correlate e le autorità regolatrici si impegnano, con vari gradi di successo, per ottenere sempre maggiore trasparenza. A Berlusconi non dispiace se la Rai si imbottisce sempre più di giornalisti e collaboratori, sono tutti piombi nelle scarpe del suo concorrente. Danno fastidio le spese per i programmi, quelle che si traducono in artisti e ballerini, perché le sue amate reti sono costrette a seguire e questo i suoi conti, per quanto in utile, non lo permettono.