ROMA, 10 LUG – Alessandra Poggiani è il nuovo direttore generale della Agenzia Digitale Italiana o, come ha titolato Repubblica, il “nuovo “digital architect” dell’innovazione italiana”. L’annuncio è stato dato dal primo ministro Matteo Renzi:
“Il cdm ha dato l’ok al ministro Madia sull’Agenzia Digitale, io collaborerò con un team di persone e consigliere per l’innovazione a Palazzo Chigi sarà Paolo Barberis, Stefano Quintarelli il presidente del comitato di indirizzo e nell’arco dei prossimi giorni Alessandra Poggiani diventerà il direttore generale dell’agenzia digitale”.
La notizia è stata ripresa dal Corriere della Sera:
“Dopo l’era di Agostino Ragosa, la poltrona dell’Agenzia Digitale Italiana, molto importante perché da essa chi la ricopre, oltre a dover governare una non facile digitalizzazione della burocrazia Pubblica, dovrà gestire una gara da 4 miliardi di euro, passa ad Alessandra Poggiani”.
Negli ultimi tempi, aggiunge il Corriere della Sera, Alessandra Poggiani aveva ricoperto l’incarico di direttore generale di Venis Spa. Accanto a lei il consiglio dei ministri ha nominato anche Paolo Barberis consigliere all’innovazione e Stefano Quintarelli, che aveva concorso alla poltrona presa dalla Poggiani, presidente del comitato d’indirizzo”.
Repubblica fornisce altri dettagli:
“Un denso curriculum alle spalle, Alessandra Poggiani, romana classe 1971, si è laureata in Scienze della Comunicazione e Studi Culturali a Londra nel 1995 e ha successivamente ricoperto ruoli di prestigio come esperta di marketing e comunicazione. Prima al Wwf, poi presso l’Enel con Mario Dal Cò, poi consulente di Reti, la società di scouting politico di Massimo Micucci e Claudio Velardi ai tempi d’oro di D’Alema, per diventare professore incaricato presso diverse università come la Sapienza di Roma dove ha collaborato con il Cattid, centro per le applicazioni digitali e televisive, fino alla sua chiusura.
Globetrotter per indole, Alessandra Poggiani ha fatto la spola tra l’Imperial College di Londra, Roma e Venezia da quando si è concluso il suo impegno in Lait senza smettere di tenere lezioni nelle università Tor Vergata e Luiss di Roma e trovando anche il tempo di sposare uno stimato e apprezzato economista come Marcello Degni, esperto di Contabilità pubblica, oggi docente alla Scuola Superiore della Pubblica Amministrazione. Targata Pd, ulivista da sempre, con buone entrature e antiche amicizie nel partito, candidata alle parlamentarie democratiche a Roma, ha maturato negli anni una certa competenza nelle politiche digitali e ha sempre manifestato un particolare talento nello scegliere i collaboratori.
Il suo non sarà un lavoro facile. Intanto dovrà riorganizzare tutta l’Agenzia per dare un segno di discontinuità rispetto alla gestione precedenti, dovrà “maneggiare” con accortezza i 4,4 miliardi di euro di gare che ricadono sotto la competenza dell’Agid (con tanto di regole tecniche, capitolati, pareri e controlli), verificare l’attuazione di alcune importanti riforme come la fatturazione elettronica digitale, il sistema pubblico di identità digitale da poco partito (nella versione sbagliata) per Bruxelles, ma soprattutto “vigilare” sulla gara SPC, quel famoso Sistema Pubblico di Connettività che dovrà collegare i gangli vitali della macchina amministrativa pubblica digitale. La gara, disegnata dall’Agenzia per l’Italia Digitale e bandita da Consip (valore di base d’asta 2,4 miliardi ma affidata con un ribasso d’asta del 90%) e non ancora conclusa, rischia qualche imbarazzo quando qualcuno si accorgerà che l’affidamento prevede di portare la fibra ottica solo nei capoluoghi di provincia e nelle grandi città già servite, mentre per gli altri comuni la massima velocità prevista è di 4 mega”.