PALERMO – “Va fatta fuori, come suo padre”: lei è Lucia Borsellino, figlia di Paolo, giudice martire del terrorismo mafioso. A pronunciare la frase è Matteo Tutino, medico personale di Rosario Crocetta, presidente della Regione Sicilia. E’ una conversazione intercettata pubblicata dall’Espresso: Tutino, primario ospedaliero non era ancora stato arrestato per truffa e peculato.
All’altro capo del telefono c’è proprio Crocetta che, stando all’Espresso, non fa una piega, tace, non replica a un tizio che si esprime come un capomandamento, come un boss invelenito.
Nei confronti di una personalità, Lucia Borsellino, scelta proprio come simbolo della lotta alla Mafia, come garanzia vivente di impermeabilità dell’amministrazione a qualsiasi infiltrazione delle cosche. Lucia che infatti si era già tirata fuori. Un’occasione persa, anche a considerare la frase solo uno sfogo di pessimo gusto, una ignobile battutaccia.
In mattinata (16 luglio) è infine giunta una replica di Crocetta all’Ansa: “Non ho sentito la frase su Lucia, forse c’era zona d’ombra, non so spiegarlo; tant’è che io al telefono non replico. Ora mi sento male. Se avessi sentito quella frase, non so… avrei provato a raggiungere Tutino per massacrarlo di botte, forse avrei chiamato subito i magistrati. Non so… sono sconvolto. Provo un orrore profondo”.
Lucia Borsellino si è limitata a un laconico, significativo commento: “Non posso che sentirmi intimamente offesa e provare un senso di vergogna per loro”.