Dopo le accuse dell’ad di Trenitalia Moretti che la coinvolgono direttamente, il presidente della regione Piemonte Mercedes Bresso risponde punto su punto, sempre dalle colonne della Stampa.
«Non è vero che pagando di più si ottengono servizi migliori. A partire dal 2002 la regione Piemonte ha autorizzato un aumento delle tariffe dei treni regionali del 12% in cambio di un miglioramento della qualità. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: treni lenti e sporchi»: è la risposta del governatore a Mauro Moretti che dà la colpa dei disservizi alle Regioni.
La Bresso contesta le cifre messe a disposizione da Moretti: ««Ha ragione su una cosa: mi sono sbagliata sulla percentuale di aumento richiesta dalle Ferrovie. Il vecchio contratto valeva 177 milioni. Trenitalia per garantire lo stesso, ripeto lo stesso, servizio ne ha chiesti 256. Un incremento non del 30 ma del 44%. Inaccettabile».
Inaccettabile – secondo la Bresso – perché Trenitalia agisce in regime di monopolio (altro che libero mercato) e non può scaricare le responsabilità sulle istituzioni. Quindi difende il ricorso a gare che garantiscano la concorrenza, come succede per il traffico aereo: per questo la regione si è rivolta all’Antitrust, i fondi aggiuntivi messi a disposizione dal Governo e non ancora arrivati, debbono essere dati alle Regioni e non direttamente a Trenitalia.
Una battuta spiega bene il risentimento della Bresso verso l’amministratore di Trenitalia: «Le Ferrovie chiedono adesso alle Regioni di pagare per un servizio che forse vedranno fra tre anni. E’ come se io possedessi una taverna in campagna e avessi in animo di rilevare la licenza di un ristorante di lusso e cominciassi a far pagare 200 euro a coperto per coprire gli investimenti di domani. Se queste sono le condizioni mi spiega come posso chiedere più soldi ai pendolari?».
