Michela Vittoria Brambilla fa causa al Fatto Quotidiano e perde

Michela Vittoria Brambilla

ROMA – Michela Vittoria Brambilla querela il Fatto Quotidiano e perde la causa. La domanda di richiesta di condanna per diffamazione era accompagnata anche da un risarcimento per il presunto danno subito: un milione di euro. Il dipartimento per lo Sviluppo e la Competitività del Turismo del Consiglio dei ministri infatti si era rivolto al tribunale perché si sentiva indirettamente diffamato per alcuni articoli pubblicati nel novembre 2010 dal titolo: “Brambilla sistema. Imbarcati a Torino dieci fedelissimi della ministra”. Anche l’ex ministro ha fatto causa al Fatto, chiedendo 500 mila euro di risarcimento.

Valeria Pacelli, proprio per il Fatto racconta:

Una sentenza che racconta come il diritto di cronaca debba essere tutelato in Italia, come ai giornalisti non debba essere negata la possibilità di interpretare gli avvenimenti, di raccontare la realtà senza mortificare il proprio punto di vista. Tutto in 7 pagine con le quali la prima sezione civile del Tribunale di Roma, lo scorso 10 ottobre, ha rigettato la domanda proposta dal dipartimento per lo Sviluppo e la Competitività del Turismo del Consiglio dei ministri contro tre giornalisti e contro il direttore e l’editore de Il Fatto Quotidiano, tutti difesi dall’avvocato Caterina Malavenda.

“Appare veramente incredibile – scrive il giudice nella sentenza – che la Presidenza del Consiglio possa ritenersi lesa se un giornale di opposizione prospetti al lettore una sua interpretazione – che, quand’anche malevola e pregiudiziale, deve comunque considerarsi legittima – di una vicenda che appare caratterizzata da un’oggettiva anomalia: le uniche persone meritevoli di far parte della struttura organizzata da un ministro per rilanciare il turismo erano ex collaboratori dello stesso o avevano legami e origini politiche contigue”. Anche il giudice si è reso conto che “la critica svolta dal giornale è indirizzata nei riguardi dell’onorevole Brambilla (..) Neppure di riflesso si può ipotizzare che il Dipartimento possa risultare pregiudicato”.

 

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Alessandro Avico