MILANO – Silvio Berlusconi finirà come Bettino Craxi? La domanda se la fanno amici e nemici del Cavaliere, pensando ai processi che lo attendono e che affronterà senza lo scudo della sua carica di presidente del Consiglio e senza ulteriori aiuti dalle leggi ad personam, che sicuramente non saranno in cima alle priorità di un eventuale governo tecnico.
La prima scadenza è il 28 novembre, giorno in cui il Tribunale di Milano dovrà sentire l’avvocato inglese David Mills che, secondo l’accusa, sarebbe stato corrotto dal Cavaliere per rendere falsa testimonianza nei processi All Iberian e “tangenti alla Gdf”. A una sentenza sul caso Mills i giudici milanesi potrebbero arrivare presto, prima della prescrizione che scatta a marzo 2012: una condanna (verdetto probabile) in primo grado macchierebbe le due precedenti assoluzioni (per prescrizione) proprio nei processi sulle tangenti alla Guardia di Finanza e All Iberian.
Poi ci sono il processo Mediaset-diritti tv, che andrà in prescrizione nella primavera del 2012, e il processo Ruby, che ha tempi di prescrizione molto più lunghi: 2020. Infine il braccio di ferro delle holding fra la sua Fininvest e la Cir di Carlo De Benedetti: in primo grado la Fininvest è stata condannata a pagare 750 milioni di euro di risarcimento alla Cir; cifra poi ridotta a 564 milioni in appello; ora parola alla Cassazione e data la dimensione dei soldi in ballo anche questo è un verdetto che potrà agitare le notti già molto corte di Berlusconi.
Gli ottimisti, fra gli amici del Cavaliere, pensano che – una volta “risalito” dal campo della politica – le toghe “rosse” e non saranno molto più “gentili” con lui, evitandogli l’onta di condanne e la gogna di nuove indagini e processi. Un Berlusconi non più premier non potrà più scatenare conflitti con la magistratura, minacciare riforme che colpiscano il potere dei giudici, sguinzagliare ispettori nelle procure “nemiche”.
Un Berlusconi meno pericoloso dovrebbe placare l’accanimento investigativo su di lui, ma… sarebbe più vulnerabile, pensano i pessimisti. Un semplice parlamentare come lui (che comunque rimarrebbe un lobbista di serie A, come è sempre stato) potrebbe dover fare i conti con nuovi fronti che potrebbero aprirsi a Bari, Napoli, Palermo. Intanto c’è Trani, dove è aperta un’indagine su un presunto abuso d’ufficio che Berlusconi avrebbe compiuto per convincere l’Agcom a far chiudere la trasmissione Annozero di Michele Santoro. Sono questi i fantasmi che gli agitano davanti quelli che consigliano il dimissionando premier di “resistere-resistere-resistere” nel fortino di Palazzo Chigi, esattamente come ha fatto finora, mosso dall’interesse dell’amor proprio, in evidente conflitto con l’amor di patria.