Milano. Milly Moratti, la cognata di sinistra del sindaco Letizia si schiera con Pisapia

Milly Moratti (foto Lapresse)

MILANO – Dieci anni dopo l’esperienza dell’Arancia con cui dieci anni fa si candidò a sindaco di Milano, Milly Moratti, cognata di sinistra del sindaco Letizia, torna a guidare una lista civica che ha l’agrume per simbolo e tante personalità famose del mondo dello spettacolo e non solo per sostenere la corsa di Giuliano Pisapia.

Al fianco della moglie di Massimo, patron dell’Inter, in un cartello che fa dell’ecologia e del protagonismo dei comitati di quartiere la propria ragione di esistenza politica, si sono schierati infatti Luca Mangoni, architetto e performer di Elio e le Storie Tese, l’impresario dei concerti Claudio Trotta che a Milano ha portato tra gli altri Bruce Springsteen rimediando una denuncia per disturno alla quiete pubblica, il giornalista ex parlamentare Idv Elio Veltri, l’ex presidente dell’Accademia di Brera Gabriele Mazzotta, il fondatore di Zelig Saturno Brioschi, l’architetto Jacopo Gardella.

Ma accanto ai nomi di richiamo tra i 48 candidati in corsa ci sono anche tanti rappresentanti di quei comitati, come quello contro il nuovo quartiere di Citylife, che in questi anni hanno dato filo da torcere alla Giunta Moratti a suon di ricorsi al Tar, attivisti per l’ambiente e animalisti, con ben due veterinari.

”Quella di Milly Moratti – ha detto Giuliano Pisapia – non è solo la lista di chi dice No ma è l’espressione di quella cittadinanza attiva e propositiva e dei tanti comitati di cui la citta’ ha bisogno. Quando tra poche settimane governeremo Milano avremo gia’ tanti progetti pronti”.

Milly Moratti ha scelto lo Smeraldo, storico teatro duramente colpito dal cantiere di un parcheggio per lanciare la sua nuova lista dell’Arancia, promettendo una nuova ”primavera” dopo l’inverno rappresentato da un’amministrazione ”che ha favorito pochi interessi specifici, come nel caso clamoroso del piano di governo del territorio”.

Milly Moratti promette una Milano ”bella da vivere”: lo stesso slogan, ironia della sorte, utilizzato cinque anni fa per la campagna elettorale dalla cognata-avversaria.

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