
Mimmo Lucano condannato: il paladino dell'integrazione e i matrimoni di comodo con i migranti FOTO ANSA
L’ex sindaco di Riace, Domenico “Mimmo” Lucano, é stato condannato a 13 anni e due mesi di reclusione nel processo “Xenia”, svoltosi a Locri. Condannato con le accuse di favoreggiamento di immigrazione clandestina e abuso d’ufficio. La sentenza condanna Lucano a quasi il doppio degli anni di reclusione che erano stati chiesti dalla pubblica accusa (7 anni e 11 mesi).
Mimmo Lucano e la condanna
L’ex paladino dell’accoglienza e dell’integrazione era stato arrestato e posto ai domiciliari il 2 ottobre del 2018. I magistrati nelle 1.200 pagine della richiesta d’arresto definirono Lucano un sindaco “spregiudicato” per aver “favorito matrimoni di comodo” tra cittadini riacesi e donne straniere. I magistrati locresi gli contestarono anche un ammanco di 5 milioni di euro che sarebbero finiti nelle tasche di privati, anziché favorire l’integrazione dei migranti.
La difesa di Mimmo Lucano
“Mimmo Lucano vive di stenti, la sua condizione è incompatibile con la commissione di qualsiasi reato. È innocente”, ha obiettato l’avvocato Giuliano Pisapia. “Questo non è stato un processo politico, ma è indubbio che un certo accanimento contro Lucano c’è stato”. La condanna comminata a Lucano peserà certamente sulla sua candidatura alle elezioni del prossimo 3 e 4 ottobre per le regionali in Calabria. L’ex sindaco di Riace infatti ha aderito al progetto politico di Luigi De Magistris, candidato a presidente della Regione.