ROMA – Doveva essere una tregua ma è durata qualche ora: Berlusconi e Bossi avevano “patteggiato” martedì sera ma la polemica sul decentramento dei ministeri continua ad agitare il centrodestra.
Dopo l’incontro tra il Cavaliere e il Senatur, in cui si è deciso di rimandare l’argomento a dopo i ballottaggi, la Lega abbassa il tiro: si accontenterebbe anche solo dei dipartimenti. Ma nemmeno questo serve. Il sindaco di Roma torna all’attacco e dice: su questo serve il voto del Parlamento, per dire no.
Ore 11.20, il ministro Roberto Calderoli afferma: “Nessuno stop allo spostamento dei dipartimenti al nord, ma la questione è così importante da non poter essere strumentalmente interpretata come semplice argomento da campagna elettorale per i ballottaggi. Lo si farà e comunque, il presidente Berlusconi ci ha dato la sua parola”.
La Lega resta ferma sul punto ma ridimensiona le richieste. Un dato che non sembra importare ad Alemanno che appena un’ora dopo alle agenzie dichiara: “Serve un voto parlamentare che dica no allo smembramento delle funzioni della capitale. Io penso che siamo probabilmente di fronte ad una sorta di tregua armata su questa vicenda. Credo che la reazione del territorio di Roma e delle istituzioni abbia in qualche modo frenato questi progetti”.
Per Alemanno, “dopo i ballottaggi bisogna avere un confronto politico molto serio per archiviare definitivamente la questione. Mi auguro che si possa affrontare questo tema dopo ballottaggi, perchè fare le due cose in contemporanea mi sembra fuori luogo ed anche autolesionista per il centrodestra”.
